Giorgia Meloni a Washington il 18 agosto. La premier, fa sapere il suo entourage di Palazzo Chigi, andrà nella capitale degli Stati Uniti dove si terrà l’incontro tra Donald Trump e Volodymyr Zelensky sull’Ucraina. Era stato lo stesso presidente Trump a invitare i leader europei al summit che segue quello con Putin in Alaska. L’invito, poi, è arrivato anche da Zelensky.
Nella delegazione, che partirà nelle prossime ore, ci saranno anche il presidente francese, Emmanuel Macron, il cancelliere tedesco Friedrich Merz, la presidente della commissione europea, Ursula von der Leyen, il presidente finlandese, Alexander Stubb, e il segretario generale della Nato, Mark Rutte. Nel pomeriggio di oggi, 17 agosto, i leader faranno una videochiamata, alla presenza di Zelensky, per preparare l’incontro di domani.
eccato che il diretto interessato, Volodymyr Zelensky, appaia tutt’altro che disponibile a valutare sacrifici del genere, per lo meno a priori. «La Russia continua a non avere successo nella regione di Donetsk. Putin non è riuscito a conquistarla in 12 anni e la Costituzione dell’Ucraina rende impossibile cedere territori o scambiare territori», ha detto oggi il presidente ucraino parlando da Bruxelles, da dove insieme a Ursula von der Leyen ha preso parte a una video-riunione dei cosiddetti Volenterosi. «Poiché la questione territoriale è così importante, dovrebbe essere discussa solo dai leader dell’Ucraina e della Russia nel quadro del vertice trilaterale», ha aggiunto Zelensky alludendo al possibile summit a tre con Trump e Putin. Sostegno totale a questa linea ha espresso von der Leyen stessa: «Non ci devono essere limiti alle forze armate ucraine, né limitazioni alla cooperazione con Paesi terzi o ricevere assistenza da Paesi terzi. L’Ucraina deve essere un porcospino d’acciaio. Le garanzie di sicurezza devono esserci sia per gli interessi dell’Ucraina che dell’Europa». A vertice dei Volenterosi finito, ancor più duro è stato Macron: «Putin vuole la pace? La risposta è no. Vuole la capitolazione dell’Ucraina, è quello che ha proposto», ha tranciato il presidente francese, sottolineando come nessun accordo a venire dovrà sancire «il riconoscimento della legge del più forte».
Più sfumata la posizione dell’Italia di Giorgia Meloni. Nella video-conferenza di oggi della Coalizione dei Volenterosi, fa sapere in una nota Palazzo Chigi, «è stata ribadita l’importanza di continuare a lavorare con gli Stati Uniti per porre fine al conflitto e raggiungere una pace che assicuri la sovranità e la sicurezza dell’Ucraina, che dovrà essere coinvolta in ogni decisione relativa al suo futuro». La discussione, utile a consentire un «coordinamento in vista dell’incontro di domani a Washington, ha inoltre confermato la necessità di mantenere la pressione collettiva sulla Russia e di solide e credibili garanzie di sicurezza», conclude Chigi. Sostegno all’Ucraina, insomma, ma apertura di credito ampia agli sforzi negoziali guidati dalla Casa Bianca di Donald Trump.