Castellammare, crisi all’indotto Fincantieri: 60 operai a casa e un mistero sulle commesse

Sindrome del silenzio tra sindacati e istituzioni. In consiglio comunale siede Giovanni Nastelli operaio Fincantieri. Non si placa la crisi sociale che sta investendo le maestranze dell’indotto di Fincantieri. A una settimana dai licenziamenti, le rassicurazioni della società di Trieste – che avrebbe dovuto ricollocare i dipendenti della ditta appaltatrice estromessa – si sono rivelate un buco nell’acqua. Sono circa 60 gli operai, infatti, ancora senza uno stipendio e un futuro, lasciati soli con le proprie famiglie a fronteggiare un’emergenza che assume i contori di un dramma collettivo.

La vicenda ha origine dall’improvvisa estromissione di una ditta appaltatrice dagli stabilimenti di piazza Amendola, ufficialmente per problemi di natura legale. Un evento che ha lasciato un vuoto di manodopera specializzata e gettato la direzione dello stabilimento nella corsa a trovare un sostituto. La procedura d’urgenza avviata – un’indagine di mercato – sembrava aver dato i suoi frutti. Quattro aziende erano state individuate e, in prima battuta, tutte avevano dato la loro disponibilità a rilevare i lavori e, si presumeva, le maestranze. È qui che la situazione si tinge di giallo.

Dopo pochi giorni, infatti, tre di queste quattro aziende hanno fatto misteriosamente marcia indietro, contattando gli uffici di Fincantieri per ritirare la propria disponibilità. Un dietrofront improvviso e coordinato che getta un’ombra di opacità sull’intera vicenda e che ha di nuovo lasciato la direzione operativa senza forza lavoro. Solo una ditta avrebbe finora confermato. Ma il vero rompicapo, ancor più delle dinamiche industriali, è il silenzio assordante che circonda la crisi. Un muro di omertà che coinvolge tutti gli attori in campo. I sindacati appaiono incredibilmente muti, una posizione definita da più parti “disarmante” di fronte a un’emergenza sociale di questa portata che coinvolge circa 100 nuclei familiari.

Sindrome del silenzio tra sindacati e istituzioni. In consiglio comunale siede Giovanni Nastelli operaio Fincantieri Stessa quiete, giudicata ancor più incomprensibile, dall’amministrazione comunale. Una situazione che sorprende maggiormente considerando la presenza di Giovanni Nastelli, consigliere comunale di maggioranza e, non da ultimo, operaio Fincantieri egli stesso. La preoccupazione maggiore, tuttavia, è la paura che serpeggia tra gli operai stessi. Voci di corridoio riportano un clima d’intimidazione: molti temono di protestare pubblicamente perché Fincantieri, stando a precedenti esperienze, “non vede di buon occhio” chi alza la voce. Un clima che spiega il silenzio e che rischia di lasciare decine di famiglie senza tutele e senza una soluzione all’orizzonte, in un assordante vuoto di rappresentanza.