“Ripensaci” chiedeva un cartellone nelle prime file dell’Arena di Verona, che ieri sera ha ospitato ‘La grande festa’ de ‘L’ultima notte rosa the final tour’, ma Umberto Tozzi ha deciso: “Ogni cosa ha il suo tempo” e per lui è arrivato quello dell’addio alla scene, ma non prima di un ultimo giro di giostra, con 12 date, 7 in Italia – come le lettere del suo nome – e 5 all’estero, come quelle del cognome. “La I di Tozzi sarà l’ultimo concerto” garantisce l’artista, incontrando la stampa a Milano. “A essere sincero – aggiunge Tozzi, – qualcuno venuto ai miei concerti mi ha detto che non sembra il finale di una carriera, ma sono contento di finire in questo modo e ripensamenti dal vivo, per il momento, non ce ne sono.
Ci sono altri progetti, non musicali, ma ne parleremo, per ora sono fiero di riuscire a terminare la mia carriera in questo modo. Con questo tour ho ricevuto più di quello che potessi aspettarmi”. Partito nel giugno 2024 dalle Terme di Caracalla a Roma, il giro di concerti ha toccato Piazza San Marco a Venezia, palasport e teatri fino al Teatro Antico di Taormina, al Forte di Bard e all’Arena di Verona, dove il 5 ottobre hanno raggiunto Tozzi sul palco colleghi come Raf, The Kolors, Hauser e Laura Pausini. Tra i grandi successi di una carriera lunga 50 anni, da “Ti Amo”, indimenticabile brano del 1977, a ‘Gloria’, finita in film come ‘Flashdance’, a Verona c’è stato spazio anche per un inedito, ‘Vento d’aprile’, uno dei cinque nuovi brani che entreranno nel doppio disco dal vivo in uscita il 28 novembre.
Il brano è dedicato a Elisa, una bambina morta nel 2020 per una rara forma di leucemia e i proventi dello streaming saranno devoluti alla Fondazione AIRC. Se la serata all’Arena sarà trasmessa prossimamente su Canale 5, “l’ambizione è far diventare questo ultimo tour un documentario” anticipa Tozzi, che in futuro vorrebbe anche scrivere una colonna sonora: “Mi piacerebbe molto, non me l’ha mai chiesto nessuno e ho sempre espresso questo desiderio di staccarmi dalla classica canzone pop di 3 minuti e allungare di più il cervello con sonorità diverse”. Per ora, l’attenzione è tutta su ciò che è appena passato, i 10mila spettatori dell’Arena, ciò che verrà, le 12 date in partenza il 5 marzo 2026 da Eboli, e ciò che non ci sarà più: “Come per tutti i musicisti, il palco è sempre stato il posto più divertente di tutto il viaggio che facciamo nella carriera.
È lì che abbiamo l’energia che cancella tutta la fatica e questo fatto emozionale mi fa pensare, però ho progetti molto belli che mi interessano molto e credo di riuscire a riempire il vuoto di non andare più in tour”. A proposito di vuoto, guardandosi intorno, Tozzi non vede “nuove personalità vocali, non c’è più una voce originale, per questo mi auguro che emergano nuovi cantautori con nuove voci e testi”. Magari capaci di valicare i confini, come successo a lui: “ai miei tempi un artista non avrebbe mai pensato che la sua musica potesse arrivare alla frontiera di Chiasso, invece ‘Ti amo’ varcò i confini prepotentemente e inaspettatamente da musicista mi trovai a fare il cantante, che neanche mi andava di fare perché non mi piaceva la mia voce”.
Con quella voce, invece, Tozzi nel 1982 è arrivato “a ritirare il Golden Globe perché in 5 anni di carriera avevo venduto 27 milioni di copie” e oggi ad annunciare un tour mondiale, con cui celebrerà 50 anni di musica condensati in 12 ultimi concerti.