
I controlli hanno interessato 7 attività tra Marcianise, Maddaloni e Santa Maria a Vico: emerse 25 violazioni sulla sicurezza. Una vasta operazione di vigilanza straordinaria contro il caporalato e lo sfruttamento lavorativo ha interessato, dal 24 al 28 novembre 2025, i comuni di Maddaloni, Marcianise e Santa Maria a Vico. L’iniziativa rientra nel progetto A.L.T. Caporalato T.R.E., finanziato dal Fondo Nazionale Politiche Migratorie, e ha coinvolto numerosi organismi istituzionali impegnati nella tutela dei lavoratori. Coordinati dall’Ispettorato Territoriale del Lavoro di Caserta, gli ispettori sono stati affiancati dai Carabinieri del Nucleo Ispettorato del Lavoro (NIL) di Caserta e Roma, con il supporto delle stazioni dell’Arma presenti sul territorio e dei funzionari INPS.
A fornire assistenza nell’interlocuzione con i lavoratori stranieri sono stati i mediatori culturali dell’Organizzazione Internazionale per le Migrazioni (OIM), esperti nelle principali lingue delle comunità indiana, sub-sahariana e araba. Nel corso dei quattro giorni di controlli, le verifiche hanno riguardato sette aziende dei settori agricolo e manifatturiero, tra cui attività legate al sempre più diffuso comparto del “second hand”, in particolare la selezione di indumenti usati. Complessivamente sono stati controllati 94 lavoratori, di cui 23 cittadini stranieri.
I risultati dell’operazione hanno messo in luce un quadro preoccupante: sono state accertate 25 violazioni in materia di salute e sicurezza sul lavoro e individuati 14 lavoratori del tutto in nero, privi di tutele e coperture assicurative. Tra questi figurano 12 italiani e 2 stranieri, dieci occupati nel settore manifatturiero e quattro in quello agricolo. Le irregolarità riscontrate hanno portato all’emissione di tre provvedimenti di sospensione dell’attività imprenditoriale, misura adottata quando la percentuale di lavoro nero supera la soglia del 10% prevista dalla normativa.
L’ammontare complessivo delle sanzioni elevate raggiunge 57.900 euro, cui si aggiunge il recupero dei contributi previdenziali evasi. L’operazione, spiegano gli ispettori, rientra in un più ampio percorso di prevenzione e contrasto al caporalato che proseguirà nei prossimi mesi con nuovi interventi sul territorio provinciale.




