Federer

L’uomo centenario

Con la vittoria nel torneo ATP500 di Dubai, Roger Federer conquista il suo centesimo titolo nel circuito.

La carriera leggendaria del fenomeno di Basilea si impreziosisce di un ulteriore record con la vittoria del centesimo titolo ATP in quel di Dubai eguagliando in tripla cifra Connors, capace di vincere il suo titolo numero 100 agli US Open del 1983, ben 36 anni fa.

Pareva impossibile raggiungere questa fatidica cifra, e nella carriera dell’elvetico più volte sembrava esser giunta la parola fine a tenerlo lontano da questo mirabile traguardo.

I campioni come Federer però non conoscono la resa e dopo la durissima stagione del 2013 che pareva a 32 anni segnare la fine della sua carriera, eccolo rientrare nel biennio 2014-15 ad un livello che solo uno sfavillante campione come Djokovic seppe domare.

Nel 2016 sembrava giunta ancora una volta la fine con l’infortunio al ginocchio e la storica caduta delle semifinali di Wimbledon sui leggendari prati del Center Court.

Abbiamo tuttavia detto che uomini così non ammettono di gettare la spugna e contro ogni pronostico il campione svizzero torna nel biennio 2017-18 letteralmente dominante, capace di vincere ben 3 slam , divenire il più anziano numero 1 mondiale della storia di questo sport ed il primo uomo a vincere 20 slam.

La sua carriera e i suoi successi già notevolissimi potevano portarlo a mollare molto prima ma ad ogni caduta ha saputo reagire tornando a mostrare quanto sia un giocatore ben al di la di ogni concezione di normalità.

Dopo una fine 2018 difficile, con l’infortunio alla mano, la sconfitta agli Australian Open di quest’anno per mano del giovane greco Tsisipas, 17 anni più giovane di lui, parevano dirci chiaramente che la fine era prossima.

L’inizio di questo torneo sembrava ripercorrere questo copione con lo svizzero in difficoltà contro giocatori che solitamente sconfiggeva facilmente come Kohlschreiber, Verdasco e soprattutto Fucsovic.

Quando tutto sembrava ormai pronto per l’ennesima sconfitta per mano di un giovane come Coric, capace di batterlo nelle ultime 2 occasioni, ecco che lo svizzero di colpo si ridesta come un’araba fenice mostrando un tennis brillante capace di annichilire totalmente il croato.

Ed eccola la finale, ancora contro il giovane Tsisipas, un vispo ragazzino che vagamente potrebbe richiamare il Federer giovane degli esordi e prendere definitivamente il testimone lasciatogli dal più vecchio campione.

Il fenomeno di Basilea però non è un semplice campione, il suo soprannome “The King” dovrebbe farlo facilmente intuire, e così sbigottendo tutti gli addetti ai lavori si regala una serata di dominio assoluto sul giovane ragazzo, travolto dalla furia del “FedExpress” capace di dominarlo senza scampo alcuno.

Il successo numero 100, ottenuto contro un avversario classe ’98 ci dice tanto di quanto sia stata grande l’impresa di questo campione, che esordiva nel professionismo nell’anno di nascita del suo attuale avversario.

Il viaggio che ha condotto Federer al titolo numero 100 ha inizio proprio nel bel paese, quando nel lontano 2001 conquistò il suo primo successo ATP nel torneo di Milano.

Proprio questo torneo è la perfetta espressione di cosa sia Roger Federer, capace di vincere quel torneo ormai destituito da ben 14 anni, su una superficie, il Carpet ormai eliminata dal circuito dal 2008.

Si potrebbe dire che il torneo milanese presentava ai nastri di partenza 32 giocatori di cui 31 adesso sono già ritirati, l’unico ancora in attività è proprio l’eroe della nostra storia.

Quest’uomo è stato praticamente in grado di fare qualcosa di impensabile, attraversando con leggiadria epoche tennistiche ben distinte e disimpegnandosi oggi con ragazzi che potrebbero essere suoi figli.

Non ha solo vinto ovunque, ha segnato la cima da raggiungere e l’ha difesa passando attraverso generazioni di tennisti, arrivando ad oggi ad avere un coach che ha soli due anni più di lui e suo collega dagli esordi, per rimarcare anche la sua umiltà nel fidarsi di persone che in teoria non avrebbero tanta più esperienza di lui.

Roger Federer è, ad oggi, sportivamente come un dinosauro. Non uno di quelli ridotti a scheletri da mostrare in un museo, bensì un esemplare da temere, da rispettare ed osservare con religiosa ammirazione mentre si disimpegna contro i suoi giovani eredi, spesso divorandoli, mostrandogli che la legge del Re sia ancora ben presente.

Ha raggiunto quindi l’ennesimo record, ma conoscendo ormai discretamente questo splendido tennista, possiamo aspettarci che non si fermerà. Certamente proverà a correre verso il prossimo limite da infrangere, perché per persone così i limiti esistono solo per essere infranti.

Come tutto l’ATP, con un toccante video fatto dai suoi colleghi, non possiamo che toglierci il cappello ed inchinarci a cotanta maestosità, augurandoci che sia lontano il giorno in cui deciderà che sarà giunto il momento di dire addio e riporre la scintilla di Zeus nel cassetto.

Fino ad allora potremmo continuare ad ammirarne le gesta, certi che lotterà come se fosse il primo arrivato, che si dannerà per ogni singolo punto non vinto, per ogni cosa che non andrà come il suo inarrivabile talento potrebbe realizzare.

Tutto ciò perché Roger Federer non è solo il fenomenale campione di tennis, è prima di tutto un uomo che ama profondamente questo sport e che non si arrenderà mai, darà sempre tutto sé stesso con il sorriso di chi si sta divertendo un mondo nel farlo, con le lacrime di chi ci ha messo così tanto che può lasciarsi andare alla gioia della vittoria e alla tristezza della sconfitta, con il cuore di chi sa che regala gioie per chiunque abbia la fortuna di osservarlo.

Alla prossima sfida Re Roger, al prossimo record infranto, al prossimo traguardo impossibile reso reale, semplicemente alla prossima occasione di allietarci con quella meraviglia che è il tennis del più grande di ogni tempo.