Nuovo DPCM dal 16 gennaio, le prime indiscrezioni: vietato l’asporto dalle 18 e “zona Bianca”

Il nuovo DPCM anti Covid-19 entrerà in vigore il 16 gennaio e durerà un mese, o al massimo 45 giorni. L’idea è procedere “di trimestre in trimestre”, per cui la data di scadenza dovrebbe essere fissata al 30 aprile. Se tutto va bene il decreto legge sarà approvato mercoledì 13 gennaio, dopo che Speranza avrà presentato le nuove misure in Parlamento e dopo che Conte avrà riunito il Consiglio dei ministri.

Dopo i casi di Milano, Roma, Lucca, Catania e altre città, il governo lavora a una regola severa per stoppare quel che resta della movida. Sono in cantiere infatti due nuovi provvedimenti, che saranno probabilmente un Dl e un Dpcm. Il primo provvedimento del 2021 vieterà l’asporto dai bar a partire dalle 18 ed estenderà il divieto di spostamento tra regioni anche nelle zone gialle, così come avvenuto dalle feste di Natale ad oggi. Ma sul tavolo c’è anche la possibilità di istituire una zona bianca, seppur difficile da raggiungere (servirebbe un Rt sotto 0.5), in cui poter riaprire tutto senza limitazioni. Confermato il coprifuoco alle 22. I musei potrebbero riaprire, ma soltanto nelle Regioni gialle.

Per lo sport bisognerà attendere. Le palestre dovrebbero rimanere chiuse a gennaio anche se in programma c’è un incontro tra il ministro Vincenzo Spadafora e il Cts del 12 gennaio per stabilire eventuali deroghe per le lezioni individuali. Un’ipotesi, quest’ultima, che tuttavia raccoglie pochi favori.

Il 18 gennaio non riapriranno gli impianti da sci come era stato ipotizzato ma si va verso un ulteriore rinvio.

Porte chiuse ancora per cinema e teatri. I musei invece potrebbero riaprire, ma soltanto nelle regioni gialle.

La richiesta dei “rigoristi”, Speranza, Franceschini e Boccia, è mantenere il divieto di superare i confini regionali anche nei territori “gialli”, se non per motivi di studio, lavoro, urgenza e salute. “Questa limitazione deve restare perché serve a rallentare i contagi”, ha chiesto il capo delegazione M5S, Alfonso Bonafede.