Caivano. Il sindaco Monopoli scrive a Renzi e Mattarella: “urge un piano di risanamento sociale”

Monopoli evidenziando le difficoltà sociali della città che amministra dal 2015 chiede un incontro urgente alle massime cariche dello Stato. Di seguito il testo

Al Presidente della Repubblica italiana – Al Presidente del Consiglio dei Ministri

Oggetto: lettera aperta

Eccellentissimi Presidente della Repubblica e Presidente del Consiglio dei Ministri, in questi giorni difficili e particolari per la comunità che rappresento ho maturato l’idea di scrivere una lettera indirizzata alle più importanti cariche dello Stato in quanto ritengo indispensabile un intervento deciso e rapido delle Istituzioni a tutela della città. Una città che, purtroppo, per le note vicende di cronaca nera degli ultimi anni e degli ultimi giorni, non ha bisogno di presentazione. Caivano. Un paese che segna il confine tra la provincia a nord di Napoli e il basso casertano. Il cuore della “Terra dei fuochi”. Trentotto mila abitanti, di cui 3mila residenti nel famigerato “Parco Verde”. Il quartiere dove sono morti il piccolo Antonio e la piccola Fortuna. Per citare i casi che hanno avuto più rilevanza mediatica. Di questa sfortunata terra, ricca di potenzialità rimaste da sempre inespresse, ne sono sindaco. Eletto alla metà del 2015 con un obiettivo preciso: cercare di invertire la rotta ed iniziare un cambiamento innanzitutto di valori e di mentalità, sapendo che non è facile e che sulla mia strada troverò milioni di ostacoli. Ma chi si mette in gioco in questi territori sa bene a cosa va incontro quindi non saranno certo le difficoltà ad abbattere me e chi ha creduto in una rinascita, nonostante tutto, ancora possibile. Non voglio entrare nella retorica, nel facile e sterile vittimismo tipico di situazioni come quella che stiamo vivendo. La mia lettera, il mio appello, la mia richiesta di aiuto vuol essere la voce di una comunità che non ha mai avuto voce. Al Sud si vive male, i problemi sono tanti e complessi, storici, troppo complicati per essere affrontati in una lettera. Ma è giusto ribadire che a Caivano viviamo i problemi che caratterizzano la periferia di Napoli ma con un’aggravante: si sono trasformati in maniera lenta, costante ed inesorabile in vere e proprie emergenze. Il fenomeno dei “roghi tossici” agevolato da un’ampia estensione territoriale del paese nelle zone non urbanizzate e, quindi, difficili da poter controllare; tra l’altro con un numero di agenti di polizia locale ridotto all’osso. Diciannove vigili su un organico che dovrebbe essere composto da 45 unità. Per non parlare dei rifiuti: nel cuore della zona industriale anni fa hanno realizzato un impianto di Cdr e lasciato a marcire, nei suoli adiacenti il “compattatore” di spazzatura, migliaia di tonnellate di rifiuti che hanno alzato solo l’asticella del degrado e dell’inquinamento. Potrei continuare a scrivere per ore sulle emergenze di Caivano che quotidianamente viviamo ma non intendo prolungarmi perché la situazione penso sia sotto gli occhi di tutti e in particolare di chi, come Voi, rappresenta le Istituzioni ai massimi livelli con autorevolezza ed alto senso dello Stato.

Non pretendo che solo grazie a questa lettera possiate risolvere tutti i problemi della mia terra, della nostra terra, come se fosse in vostro possesso la “bacchetta magica”. Chiedo semplicemente un intervento su alcuni filoni principali che caratterizzano il mio impegno da sindaco di Caivano e che accentuerò nelle prossime settimane perché ritengo che tra tutte le emergenze se ne debbano affrontare innanzitutto due, con solerzia: la tutela dei minori e la questione ambientale. Caro Presidente della Repubblica, caro Presidente del Consiglio, su questi due temi la mia comunità, la nostra comunità, la comunità di Caivano, i bambini di Caivano, si giocano il futuro. Non chiedo finanziamenti finalizzati al nulla. Chiedo interventi finanziari a sostegno di progetti. Innanzitutto per i bambini di Caivano e in particolare per i bambini di Caivano del “Parco Verde”. Ve lo chiede il sindaco, ve lo chiede un medico che opera in frontiera, ve lo chiede un cittadino di Caivano, un padre di due figli che vivono a Caivano ed hanno diritto di passare la loro vita in un contesto diverso, migliore. Nelle aree disagiate servono progetti innanzitutto per tenere le scuole aperte tutto il giorno. Di mattina attività didattiche, pranzo a scuola e di pomeriggio avviare una serie di laboratori e attività che possano tenere impegnati i bambini il più possibile lontano dalla strada e all’interno di un processo di formazione e di crescita sano. Questa è la nostra scommessa, questo sarebbe il mio e il nostro più grande risultato. La repressione è indispensabile contro fenomeni illegali diffusi, contro le piazze di spaccio, contro la camorra che trova nei quartieri di periferia veri e propri bunker. Ma anche in quelle zone più a rischio, anche nella zone più degradate come il “Parco Verde”, risiede tanta gente perbene che non c’entra nulla con quei fenomeni perversi e deviati; e la preoccupazione dei genitori, di quei genitori, riguarda il futuro dei propri figli. Perché se non hai alternativa alla strada e sei costretto a crescere in quei ghetti, costruiti male e senza “logica sociale”, i bambini si abituano ad essere ciò che vedono sotto quei porticati, si abituano ad impersonare modelli alimentati in quelle piazze, in quei vicoli, dove tutto è alterato, dove si creano modelli e simboli lontani dal mondo civile, lontani dalla società alla quale aspiriamo. Modelli senza regole, senza valori ed anche senza futuro. Destinati a passare la loro vita in carcere o ad interromperla prematuramente “sdraiati” sull’asfalto perché vittime di agguati di stampo camorristico. A quei bambini, a quei bambini che chiedono, pretendono e ai quali dobbiamo dare un aiuto, abbiamo il dovere di garantire un futuro diverso dal presente, distante da quei modelli. Quei bambini sono la nostra ultima speranza. E non possiamo abbandonarli al loro nefasto destino.

Iniziamo da ciò che è possibile. E’ chiaro che quei casermoni di cemento dovrebbero essere abbattuti e magari ricostruiti, rigenerati con logiche innanzitutto urbanistiche diverse. E’ chiaro a tutti che la mancanza di lavoro, la crescita esponenziale in questi territori più che altrove della disoccupazione, con cifre impressionanti, rappresentano dei fardelli capaci di depotenziare qualsiasi iniziativa. E se entriamo in questi argomenti capisco pure che il discorso si fa complicato e ogni appello è destinato a cadere nel vuoto. Perché servirebbe innanzitutto tempo per sviscerare tematiche di ampio respiro e complicate come quelle che ho citato. Da queste parti, però, tutti sanno che non c’è tempo. Viviamo un’emergenza, i nostri bambini vivono un’emergenza che dev’essere affrontata immediatamente con misure straordinarie, con un piano finanziato di interventi e progetti che puntino a tutelare l’infanzia. Un tavolo istituzionale straordinario a tutela dei bambini al quale Caivano ha le caratteristiche per sedersi e rappresentare la priorità da affrontare.

Il secondo filone riguarda la tutela della salute, la questione ambientale. I finanziamenti per le bonifiche sono stati sempre stanziati, in molti casi pure spesi ma con scarsissimi risultati. Da queste parti, purtroppo, si continua a morire perché le terre sono inquinate, perché ciò che mangiamo non è salubre, perché nelle aree periferiche siamo costretti a coltivare i campi tra lastre di amianto, discariche illegali, rifiuti tossici bruciati in aperta campagna. Alle porte dei centri abitati. Una terra “malata” che va curata e bonificata.

Mi scuso per essermi dilungato, ma ritengo che il futuro della nostra terra e dei nostri bambini meritino una degna attenzione da chi, come voi, rappresenta le massime cariche di uno Stato nel quale crediamo e al quale ci rivolgiamo per chiedere aiuto, consapevoli che i nostri bambini hanno diritto a vivere in un contesto diverso da quello attuale. Ed un sindaco può fare tanto ma da solo non riuscirà mai a modificare una situazione divenuta insostenibile.

Certi di un riscontro alla presente, attendo con fiducia la data di un incontro operativo per attuare quello che ho definito un “Piano di risanamento sociale”.

Colgo l’occasione per porgere i più vivi e sentiti ringraziamenti per quanto farete. Avrete il merito di aver garantito un futuro migliore ai bambini di Caivano e quindi alla nostra comunità. Un futuro migliore ad un paese del Sud dove i problemi, come detto, si sono trasformati in vere e proprie emergenze.