Spesa sociale e legge 328. Ma gli ambiti funzionano? Chi controlla la spesa e chi controlla i controllori?

A nord di Napoli c’è chi mette sotto accusa l’Ambito 17, la gestione della spesa e i servizi passati alle cooperative private. Frattamaggiore, Sant’Antimo, Grumo Nevano, Casandrino, Frattaminore: dove vanno i milioni di euro della spesa sociale?

La legge 8 novembre 2000, n. 328, assicura e promuove interventi e servizi sociali per garantire la qualità della vita, oltre ad erogare fondi al terzo settore. Gli Ambiti costituiti dai comuni a nord di Napoli ed in particolare il 17, tra i Comuni di Frattamaggiore, Sant’Antimo, Grumo Nevano, Casandrino, Frattaminore, sono gli organi deputati alla realizzazione di tali servizi. Tali organi gestiscono direttamente il denaro e lo investono in attività sociali come la tutela dei minori per le famiglie multiproblematiche e la prevenzione con riguardo alla violenza domestica, servizi usufruibili gratuitamente da tutti i cittadini che ne abbiano bisogno.
“Con l’avvento della crisi economica alcuni di questi servizi indirizzati ai meno fortunati vengono tagliati, altri trasferiti in capo a Cooperative e Consorzi, che li gestiscono privatamente, senza che vi sia alcuna supervisione da parte degli organismi esterni preposti al controllo della qualità e dell’effettiva esecuzione delle prestazioni, in barba all’art. 3, primo comma, della legge”. Ecco quanto esce dagli ambienti molto vicini al settore – “Alcuni operatori che lavoravano presso gli Ambiti, in mancanza di sostegno politico, vengono trasferiti alle Cooperative od ai Consorzi senza alcuna garanzia sul piano contrattuale né su quello dei diritti. E con essi vengono trasferiti anche i servizi ai quali erano preposti. Gli operatori vengono trasferiti alle Cooperative, con stipendio diminuito, e sono costretti a lavorare in condizioni degradanti, sia dal punto di vista ambientale che contestuale. Molti di questi hanno un curriculum ed un’esperienza di tutto rispetto, ma hanno dovuto adattarsi pur di continuare a lavorare. Alcuni assistenti sociali poi sono stati riassegnati come dipendenti d’Ambito a supporto dei servizi sociali, perché la politica aveva così deciso”. – Un vero e proprio mercimonio di risorse umane, sottolineano le persone che in quelle situazioni si sono trovati direttamente.
A farne le spese i cittadini, che non possono così godere di un supporto adeguato, di qualità, come stabilisce la legge 328. Ma anche gli operatori che vengono sottopagati e bistrattati restando nel silenzio per non avere problemi negli incarichi che svolgono. “Alla base ci sono motivazioni politiche, e nonostante molti operatori lamentino questo stato di cose, inclusi gli assistenti sociali dei vari comuni che costituiscono gli Ambiti, nessuno si fa avanti e denuncia quanto accade”. Ma i Comuni controllano come viene erogato il servizio ed investite le risorse? I contributi erogati ai privati si trasformano in stipendi per gli operatori e servizi per gli utenti?? E i Comuni che non controllano bene da chi devono essere controllati