Cecchinato

Roland Garros, Cecchinato da favola: “Non ci credo, non svegliatemi”

Dopo 40 anni un azzurro entra nelle semifinali di Parigi: “Spero che tutta l’Italia sia felice per questo risultato”

Il 2018 sembra essere l’anno delle rivoluzioni.
Parigi: Marco Cecchinato, originario di Palermo, è autore di una vera e propria impresa, contro Novak Djokovic, il campione dei 12 Slam e delle 223 settimane da numero uno del mondo. Il serbo è stato battuto al termine di un match indimenticabile, quattro set mozzafiato, che ha avuto come apice il tie break finale. Da una parte Novak, il campionissimo; dall’altra un siciliano che in meno di due mesi sta lasciando tutti a bocca aperta. A fine aprile vinceva il primo titolo Atp a Budapest; il 5 giugno si è qualificato per la semifinale di Parigi quarant’anni dopo Corrado Barazzutti (sconfitto senza appello da Borg nel ’78), ultimo azzurro a eguagliare un’impresa del genere.

CAPOLAVORO CECCHINATO

Cecchinato proverà a sognare ancora: venerdì la sfida contro l’attuale numero 8 del ranking ATP, Dominic Thiem. Comunque andrà verrà ricordato nella storia del tennis italiano per quello che ha già compiuto, nonostante Djokovic non sia più il tennista dei record ammirato nel 2015. I quarti disputati da Marco sono stati strepitosi: ha spinto per non lasciare l’iniziativa al serbo, servendo al corpo, rispondendo profondo e aprendo poco gli angoli. Ha tolto subito delle sicurezze all’avversario, prendendosi con coraggio i primi due set (6-3, 7-6), mollando per ovvi motivi nel terzo (1-6) e poi compiendo un’autentica prodezza rinvenendo nel quarto (da 1-4 e 2-5) con le sue armi migliori: il rovescio, il dritto carico d’effetto e le smorzate. Sul 6-6, il tie break capolavoro: tre set point annullati al serbo e il tuffo liberatorio sulla terra al quarto match point, un passante di rovescio per il 13-11 finale.

LE PAROLE DI CECCHINATO

“Sono il nuovo Ceck. Non ho mental coach ma è cambiato qualcosa dentro la mia testa: ho 25 anni, sto maturando. Alle spalle ho il lavoro e la ritrovata fiducia in me stesso. A fine torneo mi fermerò per rendermi conto di cosa ho fatto: questo Roland Garros mi cambia la vita. Però non è finita: oggi firmerei con il sangue per eliminare Thiem e perdere con Rafa Nadal la finale. Ho cominciato bambino, da ragazzo mi sono trasferito a Bolzano per imparare, oggi mi fa un certo effetto vedermi qui. Spero che tutta l’Italia sia felice di questo risultato” – queste le parole di Marco.

L’appuntamento ora è per venerdì, nessun traguardo è precluso.