La settima meraviglia serba

Il campione serbo firma il suo settimo successo agli Australian Open segnando così un nuovo record storico.

Un anno fa di questi tempi, Novak Djokovic, giunto da numero 14 del mondo, salutava lo slam australiano sconfitto dal giovane coreano Chung. Dopo tale sconfitta si sottopose ad un intervento chirurgico al gomito destro che faceva presagire che forse non sarebbe più tornato sé stesso dopo un 2017 difficoltoso. Il giocatore di cui parliamo non è però uno dei tanti ed ha saputo rialzarsi con forza tanto da essere capace di tornare numero 1 del mondo già alla fine del 2018 e con questo successo portarsi a 3 slam vinti consecutivamente. L’ultima sconfitta del serbo in uno slam infatti, risale al match dei quarti del Roland Garros contro il nostro Cecchinato in quella che ora sembra essere una vita fa.

Una nuova vita quella del serbo, che con questo mirabolante successo diviene campione in Australia per la settima volta, issandosi a leader solitario staccando Federer ed Emerson a quota 6. Non solo, con questo successo va a superare nel computo totale degli slam l’americano Sampras, che solo fino a 15 anni fa pareva irraggiungibile ed ora si trova davanti ben 3 giocatori: Proprio Djokovic, Nadal e Federer

Il serbo ha sconfitto in finale il numero 2 del mondo Rafael Nadal fin li parso implacabile, tanto da non perdere neppure un set fin li, ma che è stato totalmente travolto dalla pressione del numero 1 che ha chiuso con un roboante 6-3 6-2- 6-3. Nole è parso in totale comando delle operazioni quasi come se fosse un match dei primi turni e non una finale con un 17 volte campione slam lasciando una sensazione di dominio totale.

La prova di Djokovic è stata davvero maestosa, capace di concedere una palla break allo spagnolo solo nel terzo set quando era già avanti di due set annullandola poi senza troppi patemi. Il gioco profondo e la difesa di ferro del serbo hanno messo Nadal spalle al muro sin da subito, togliendogli certezze e inibendo il tennis aggressivo e potente mostrato fino a quel momento dallo spagnolo autore comunque di un ottimo torneo.

A fine partita il campione 2019 ha espresso la sua felicità circa la partita descrivendola come una delle finali slam meglio giocate di tutta la sua carriera, dopo aver detto lo stesso in semifinale a seguito di un ulteriore prova regale ai danni del francese Pouille, una delle sorprese del torneo.

Sorprese appunto, tipiche dello slam australiano che in quanto primo grande torneo dell’anno non è nuovo a mostrarci volti nuovi o quantomeno nuove situazioni. Le due grandi rivelazioni del torneo sono dunque state Pouille e il giovane greco Tsisipas, entrambi semifinalisti a sorpresa seppur travolti dalla furia dei primi 2 giocatori del mondo.

Il francese giunto in semifinale senza affrontare grandi teste di serie ma prendendo gli scalpi della sorpresa australiana Poypirin, di Coric e di Raonic. Il giocatore allenato da Amelie Mauresmo ha mostrato un gran tennis fatto di qualità e gioco a tutto campo che sembra restituirci il ragazzo che 2 anni fa irruppe in top-10 e pareva destinato a successi salvo poi attraversare una stagione di grossa difficoltà e scendere notevolmente in classifica forse schiacciato dalla pressione.

Questione diversa per il giovanissimo greco che è arrivato allo scontro in semifinale con Nadal attraverso una vittoria roboante e di grande richiamo. Il ragazzo infatti nel match di ottavi di finale è riuscito a superare il detentore del torneo Roger Federer, rappresentando la più grande sorpresa del torneo. La vittoria ai danni del fenomeno svizzero ha portato molti a gridare al passaggio di testimone richiamando la vittoria di Federer contro il suo idolo dell’epoca Pete Sampras, a Wimbledon nel 2001. Pare indubbiamente azzardato dire ora cosa potrebbe divenire il greco ma qualche richiamo a quel match è lecito non fosse altro per il fatto che per ora il greco è l’unico della next Gen che davvero pare pronto a sedersi fra i grandi. Almeno sembra che potrà esserlo quando i 3 cannibali si saranno fatti da parte dato che proprio Nadal in semifinale ha mostrato che il livello da raggiungere per il greco è ancora lontano.

Questo è stato anche il torneo che ha visto il ritorno a buoni livelli di Raonic, fermato da Pouille e dalla stanchezza per un tabellone molto duro (Kyrgios prima, Wawrinka poi ed infine il tedesco Zverev), e di Berdych, altro deluso del 2018 che si è arreso solo ad un indiavolato Nadal, mostrandosi pronto, come anche il canadese, ad un rientro ad alto livello.

Note liete anche per un altro giovane, il russo Medvedev che si è arreso in 4 set e dopo ben 3 ore ed un quarto al futuro campione Djokovic, mostrando progressi tanto da essere stato l’unico a mettere davvero in difficoltà il serbo

Questo Australian Open va dunque in archivio con la finale tra numero 1 e 2 del mondo ma lascia anche dietro di sé dei delusi, su tutti il numero 3 del mondo Federer e il numero 4 Zverev. I due sono entrambi usciti dal torneo prematuramente ed a sorpresa, seppur contro giocatori di ottimo livello come rispettivamente Tsisipas e Raonic.

Il giovane tedesco arrivato in Australia come fresco vincitore delle Atp Finals battendo prima Federer e poi Djokovic pareva finalmente pronto alla grande affermazione in un torneo dello slam. Sasha accompagnato dal suo coach Ivan Lendl era atteso ad una prova di maturità fallita anche questa volta in maniera abbastanza severa anche considerando la crescita mostrata nell’ultimo periodo che però ancora una volta pare svanire totalmente quando deve disputare tornei del Grande Slam sulla distanza di 3 set su 5. Resta ancora un mistero se il ragazzo fatichi mentalmente o fisicamente durante questi tornei, mistero infittito dal fatto che la pressione non pare scalfirlo in altri tornei anche quando affronta i 3 dominatori del circuito.

Altro deluso è dunque Roger Feder, giunto qui come detentore del titolo, sia per il 2018 che il 2017 e tra i grandi favoriti. Il suo torneo però si è fermato molto presto con la bruciante sconfitta contro il giovane greco Tsisipas che seppur capace di esprimere un buonissimo tennis non pare essere la causa principale della sconfitta dell’elvetico. Il match infatti vide Federer andare avanti un set e sciupare moltissime occasioni nel secondo set, perso poi al tie break come anche il quarto e decisivo set. Il fenomeno di Basilea ha chiuso quel match con un impietoso 0 su 12 nelle palle break a favore e con presagi funesti sul suo colpo prediletto, il dritto, parso molto altalenante e neanche parente del colpo con il quale Federer furoreggiava nel mondo. Indubbiamente parliamo di un tennista prossimo ai 38 anni e che quindi non può garantire una grande continuità, tuttavia pare ormai conclamata la difficoltà con il colpo marchio di fabbrica del campione svizzero che quindi sembra ora non più in grado di vincere nei grandi appuntamenti, anche se a fine torneo ha annunciato il suo ritorno al Roland Garros dopo due anni d’assenza.

Il capitolo italiani porta con sé un sapore agrodolce dato che i nostri portabandiera nel torneo dei grandi hanno fatto registrare sconfitte precoci. Fognini, Seppi e Fabbiano si sono tutti arresi al terzo turno, rispettivamente contro Carreno Busta, Tiafoe e Dimitrov, 3 giocatori di buonissimo livello e contro i quali potevano essere attese queste sconfitte ma che potevano anche essere ostacoli superabili, specie per Fognini e Seppi. Meno bene invece Cecchinato che si è arreso subito al primo match contro il serbo Krajinovic giocatore ampiamente alla portata del giocatore siciliano.

Il sapore amaro dato dai nostri adulti è stato però addolcito dal grande torneo dei nostri ragazzi nella categoria Junior. Qui abbiamo avuto una semifinale tutta italiana tra Zeppieri e Musetti, con quest’ultimo ad uscirne vincitore per poi imporsi di rimonta in una finale tesissima contro l’americano Nava. Il giovane italiano è il primo a vincere un titolo in Australia per i nostri colori ed è stato anche onorato dai complimenti di Novak Djokovic che ha assistito alla finale ed ha espresso il suo apprezzamento per le doti di lotta del giovane talento italiano.

La strada per il successo nei pro sarà ancora lunga e irta di ostacoli per i nostri due giovani ragazzi, come possono testimoniare le difficoltà del campione juniores di Wimbledon Quinzi che è lontanissimo dalla top-100 e dalle attese caricate sulle sue spalle. Ci auguriamo, ovviamente, una miglior sorte per i nostri ragazzi sperando che siano seguiti nel modo migliore per potersi giocare le proprie chance di divenire campioni anche fra i Pro.