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Covid-19 e il settore del fitness, le palestre: “Non siamo stati considerati.”

Purtroppo la condizione economica è grave per tutti: le palestre denunciano la loro situazione.
Per loro non c’è stato alcun tipo di supporto e in vista di riaperture ancora da decidere, per essere a norma, dovranno sopperire innumerevoli costi.

Il titolare della Fit express di Casoria, Salvatore Petruccione, aggiunge inoltre che tutte le spese da sostenere non saranno comunque coperte dai clienti o dagli incassi poichè le iscrizioni non ci saranno.
Al massimo c’è la possibilità di vedere chi possedeva un abbonamento inconcluso, ma è chiaro che prima di settembre saranno poche le persone che opteranno per un luogo chiuso per svolgere attività fisica.

Si tratta di costi aggiunti dovuti all’acquisto di sanificazioni, colonnine di disinfettanti, misuratore temperatura, manutenzione struttura ed energia elettrica: la conseguenza più grave di tutto ciò sarà proprio quella di ricorrere a licenziamenti forzati.

Emanuele Scilla invece, direttore tecnico di quindici palestre del gruppo Up Level e club manager dell’Ellade wellness di Grumo Nevano e della Fitness world di Acerra ha comunicato che la loro attività durante il lockdown si è regolarmente praticata, distribuendo video tutorial creati dal personale, lezioni live e anche la creazione di un’app che permetta di svolgere da casa nell’attesa di ritornare in palestra.

Ingenti sono i fitti e gli stipendi dei propri collaboratori, quindi la ripresa dev’essere immediata dal momento in cui sarà già di per sè fin troppo graduale.

Il fitness è lavoro per migliaia di persone e non rappresenta una branca assolutamente da sottovalutare.

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