Pomigliano AntiRacket

Ombre su Pomigliano: Falco e Filosa con la PFRP sotto accusa per truffa dopo le accuse del GIP di Caltanisetta e i lavori al Palazzo di Giuistizia

Falco sospeso dalla Federazione Antiracket di Pomigliano ma arrivano altre pesanti accuse da una imprenditrice di Casalnuovo per lui e A. Filosa

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L’imprenditore Gianpiero Falco, ex presidente regionale di Confapi nonché iscritto alla Federazione antiracket italiana, non potrà esercitare la sua attività per un anno: lo ha deciso il gip di Caltanissetta nell’ambito dell’inchiesta sui lavori di ampliamento del Palazzo di Giustizia di quella città. Il giudice ha deciso anche il sequestro delle quote sociali e dell’intero patrimonio del consorzio «Virgilio», con sede legale a Napoli. Falco è indagato in relazione al fallimento del consorzio stabile «CO.RO.IM.», con distrazione prefallimentare delle risorse produttive in favore del consorzio «Virgilio», all’epoca da lui presieduto.

La Federazione antiracket di Pomigliano d’Arco, cui era iscritto da alcuni anni, lo ha subito sospeso. Falco è stato attivo nel progetto di riqualificazione delle aree industriali dismesse di Pomigliano aggiudicandosi, attraverso la società PFRP, della concessione che gli consentiva di realizzare su suoli pubblici abitazioni e parcheggi in cambio della riqualificazione della zona. Il progetto però è fermo al palo. Singolare l’intreccio tra le società riconducibili a Falco: hanno costituito una Ati le cui associate a loro volta hanno costituito una cooperativa, la Parco di Città. La coop ha appaltato i lavori edili a PFRP, che li ha subappaltati a Filosa Costruire, che a sua volta li ha subappaltati a FGS Consulenza. Quest’ultima infine ha affidato la realizzazione delle opere ad una società di Afragola, rilasciando in pagamento per le opere realizzate cambiali per diverse centinaia di migliaia di euro andate in protesto. Quando la creditrice ha attivato la procedura fallimentare, Falco ha presentato una denunzia per estorsione contro gli imprenditori afragolesi. La Procura di Nola, tuttavia, ad aprile ha ritenuto priva di fondamento la denunzia e chiesto l’archiviazione.

Ma l’inchiesta che sta riguardando Falco sta facendo rumore ed emergono nuovi particolari delle operazioni della costruzione di box auto a Pomigliano, a poche decine di metri dagli stabilimenti Fiat. L’operazione realizzata dalla PFRP dove Giampiero Falco e A. Filosa sarebbero soci in affari, in convenzione con il Comune di Pomigliano al momento vede truffata una imprenditrice di Casalnuovo per un importo non inferiore a 125mila euro per la vendita di 5 box mai consegnati e poi rivenduti dalla stessa PFRP ad altri soggetti. Le denunce per truffa da parte dell’imprenditrice casalnuovese coinvolgono pesantemente Falco e anche A. Filosa ma gettano un’ombra anche sull’attività e la presunta connivenza degli uffici comunali e della politica locale. I box da realizzare Da Falco e Filosa in società dati in convenzione alla PFRP possono essere ceduti soli in concessione e non venduti, mentre dalle carte, allegate alla denuncia per truffa, emergono preliminari di vendita con tanto di pagamenti e prove della successiva vendita anche ad altri soggetti: a quanto pare una truffa in piena regola che getta un’ombra inquietante su imprenditori legati a doppio filo all’antiracket e alla politica locale.

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