Terremoto Molise

Diciotto anni fa il terremoto in Molise che uccise 27 bambini e una maestra

Il 31 ottobre del 2002 era una sabato come tanti, alle 11.32, la terra iniziò a tremare nell’Italia centrale e meridionale. Una scossa di magnitudo 6.0 Richter si propagò dalle viscere dalla terra, e fece sentire i suoi effetti a Napoli, Roma, Pescara, Foggia e Taranto. Come in quel sabato e tante altre volte purtroppo, il primo pensiero fu: “chissà dove ha fatto danni“.

Quella scossa i danni li fece, in un paesino dell’entroterra molisano, San Giuliano di Puglia. Un comune di mille anime che in appena 60 secondi vide consumare un’immane tragedia. Il tetto dell’Istituto Comprensivo Jovine crollò intrappolando sotto le macerie 8 insegnanti, 2 bidelli e 57 alunni. Lo sguardo di tutt’Italia si rivolse improvvisamente a questo sconosciuto paese arroccato sull’appenino molisano. Le immagini dei Vigili del Fuoco che scavano a mani nude tra le macerie della scuola per recuperare i superstiti entrarono nelle case di tutti gli italiani. Prima la gioia dei salvataggi, poi col passare delle ore, la speranza lasciò spazio solo al dolore, dei corpicini avvolti nei teli bianchi. Quando finirono le operazioni dei Vigili del Fuoco, il bilancio fu tremendo: una maestra e 27 bambini morti. Un’intera generazione, quella del 1996, fu spazzata via in 60 secondi. Nel 2010 la Corte di Cassazione stabilì che il crollo del tetto avvenne per responsabilità umane, condannando 5 persone definitivamente, tra le quali c’era anche il Sindaco dell’epoca che nel crollo perse anche un figlio.

Dopo diciotto anni, l’istituzione scolastica è ancora al centro di furiose polemiche. All’epoca per le strutture fatiscenti, oggi per essere uno dei terreni di maggiore diffusione del coronavirus. Perché anche se gli anni passano e i Governi cambiano, i fondi per un rinnovo serio e radicale dell’edilizia scolastica sull’intero territorio nazionale, e soprattutto al centro sud, non sono mai stati investiti seriamente. I problemi dell’epoca, come le modifiche antisismiche, gli spazzi interni, il sovraffollamento delle classi e le dotazioni, non sono mai stati affrontati e risolti.