Classifica di fine anno: i cinque migliori album del 2020

 

Paradossalmente, nell’anno peggiore per i musicisti non sono mancati ottimi dischi, in grado di ravvivare, di genere in genere, questo strano 2020.

In ordine crescente, i cinque migliori selezionati sono:

 

  1. Daniel Blumberg On&On

Il giovane musicista inglese prosegue il suo percorso di catarsi attraverso la musica. Se il precedente Minus aveva tracciato queste coordinate con un sound intimo e introspettivo, con On&On esce fuori la sua vena schizofrenica e sperimentale, senza mai lasciare da parte l’eleganza. Il disco art/indie rock dell’anno.

 

  1. IDLES Ultra Mono

Il gruppo di Bristol è probabilmente il più grande “caso” degli ultimi anni, uno dei pochi nomi che per fama, qualità ed impatto sulla società può rivaleggiare con i grandi nomi del passato. Ultra Mono è il loro album più difficile, ma anche il manifesto della loro ideologia sonora. Per gli amanti del punk senza compromessi.

 

  1. Shabaka and the Ancestors We Are Sent Here by History

Shabaka Hutchings è il miglior sassofonista dei nostri tempi e quest’ultimo album, assieme al suo gruppo, lo conferma: afro-jazz/spiritual jazz in costante movimento, frenetico al punto giusto, di classe quando serve. Il connubio perfetto fra passato, presente e, soprattutto, futuro.

 

  1. Fiona Apple – Fetch the Bolt Cutters

Il disco più chiacchierato dell’anno, fra chi lo considera un capolavoro e chi un’allucinazione della critica. La realtà dei fatti è che Fetch the Bolt Cutters, oltre ad essere il miglior lavoro della straordinaria cantautrice statunitense, è il primo album spartiacque del nuovo decennio. Un lavoro che nasce come liberazione personale, e lo fa senza errori.

L’album pop dell’anno trasuda vita da tutti i pori.

 

  1. Clipping. Visions of Bodies Being Burned

 

Negli anni in cui l’hip hop domina il panorama musicale internazionale, è logico che sia un album hip hop ad essere il primo in classifica. Non è altrettanto scontato, però, che sia un capolavoro di questo tipo: Visions of Bodies Being Burned scardina i concetti base del genere, per portarsi in una dimensione sperimentale inedita, capace di percorrere trasversalmente attitudine e sostanza.

I Clipping. sembrano i figli dei Dalek e, come loro, danno inizio ad una nuova generazione di artisti