Caivano Parco Verde

Caivano: La parte “sana” del Parco Verde vuole risalire la china

 

Caivano – C’è una parte “sana” del Parco Verde che vuole scrollarsi di dosso l’etichetta di spacciatori e criminali.

“Il Parco Verde non è solo spaccio di droga e criminalità”; con queste parole Luigi Sirletti di 26 anni residente al Parco Verde, ha voluto manifestare il proprio desiderio di rivalsa, nei confronti di una società che tende ad etichettare e ad escludere. Luigi collabora con le associazioni e con la parrocchia per aiutare le persone in difficoltà, vive da sempre al Parco Verde ed è considerato un punto di riferimento per tante famiglie del rione. “Mio padre è arrivato a Caivano dopo il terremoto e mia madre è del posto. Queste dovevano essere case provvisorie, ma molti sono qui da trentasette anni. Da piccolo giocavo per strada perché non c’era nulla. Qui si diventa grandi troppo velocemente”. Luigi continua dicendo che ci sono tante persone del rione che purtroppo hanno dovuto imparare a convivere con degrado e criminalità e che questa parte sana cerca di risalire la china per sentirsi parte integrante della società e non più esclusi ed emarginati: “Siamo ghettizzati. Il Parco Verde è un’altra Caivano. Si parla di droga e reati, ma nessuno parla delle difficoltà di un giovane che non riesce a trovare lavoro a causa del suo indirizzo di residenza”. Luigi chiede maggiori aiuti alle istituzioni e alla politica locale: “Bisogna mettere in campo delle azioni per migliorare lo stato del rione. Vogliamo sentirci Caivanesi e non perennemente esclusi. I bambini del Parco diventeranno grandi e non possiamo perderli, sono il nostro futuro”.