"Dia loque" diventa digitale e coinvolge 65 artisti

“Dia logue” è nato qualche anno fa, da un gruppo di amici supportati anche da un’azione spontanea per i primi numeri di Stelio Maria Martini, Giuseppe Zevola, Antonio Manfredi, Ferdinando Imposimato e altri, con lo spirito di concentrarsi sulla quotidianità del “non senso/ l’assurdo “sotto forma d’arte.

Con la grafica di Maurizio Esposito che chiama l’azione “graffio”, tra le opere proposte, che si articola un lavoro inserendolo in un unico volume, dove diventa opera anche lo stesso “Dia logue”.

Finché è rimasto in carta è stato molto limitato, sia per la distribuzione che per la stampa, dovendo affrontare costi molto onerosi. L’iniziativa non supportata da promoter istituzionale va avanti con l’autofinanziamento. Il curatore grafico durante il “lockdown”, consapevole che l’arte non si ferma, propone un “Dialogue3 digitale”. Si è proseguito con il plauso di Mario Persico e la collaborazione dell’Archivio di Luciano Caruso . Ottimo risultato sia per la prima parte di Dialogue3 che nella seconda con Continum, i due numeri infatti hanno raccolto la partecipazione di ben 94 artisti provenienti da tutto il mondo.

Da più parti si torna ad acclamare il cartaceo, anche se la potenza del web ormai la fa da padrona, e la raccolta che abbraccia anche musica e teatro, ovviamente in digitale ha la sua casa naturale.

Il 20 Dicembre, inoltre, con DIALOGUE FOUR e la partecipazione di 65 artisti, il tema portante rimane “il non senso/l’assurdo” e questa edizione ha visto la partecipazione più numerosa di interventi letterari e opere artistiche che giocano tra loro con il “graffio” del grafico.

Gli artisti :