Manca la denuncia e i sei truffatori vengono assolti dal tribunale

Erano stati accusati in sei di riciclaggio di auto di lusso. Il processo, però, ha subito una svolta improvvisa quando il reato è stato riqualificato in una più mite simulazione di reato con conseguente truffa assicurativa.

Come riporta La Gazzetta di Reggio, quei furti erano infatti un’invenzione per frodare le compagnie assicurative, come hanno accertato ieri i tre giudici reggiani che hanno dovuto comunque assolvere i sei imputati perché per quei reati si procede solo se c’è stata una denuncia.

Impostata la svolta, i difensori Federico De Belvis e Carmine Migale, hanno avuto poi gioco facile, facendo rilevare la mancanza della condizione di procedibilità, che ha fatto assolvere gli imputati. Si tratta di Claudio Citro (salernitano 35enne residente a Reggio Emilia) e Francesco D’Andrea (avellinese 44enne che vive a Bibbiano) – entrambi difesi dall’avvocato Federico De Belvis – ma anche di Salvatore Solano (napoletano 45enne residente a Reggio Emilia), Malika Alkaf (marocchina 33enne che vive in città), Raffaele Fortino di 58 anni residente a Nocera Superiore (Salerno) e Maurizio Pariando di 45 anni, che risiede ad Afragola (Napoli).

I sei finiti nei guai avevano subito rispedito al mittente le accuse, ritenendo per nulla provata la ricostruzione degli inquirenti, in larga parte basata sulle intercettazioni telefoniche. Si trattava di un’indagine della polizia stradale di Parma – coordinata dal pm Giacomo Forte – che affondava le radici nell’estate di sette anni fa, collocata dagli inquirenti sull’asse Campania-Reggio Emilia, con la nostra città come punto-chiave. La pista investigativa si sarebbe pian piano aperta intercettando le telefonate di uno degli imputati, il che avrebbe permesso di capire contatti e finalità di tutte quelle conversazioni tutt’altro che esplicite. E per chi ha indagato, si sarebbe di fronte a gente esperta nel “taroccare” macchine di pregio, rubate nella nostra regione e non solo (furti regolarmente denunciati dai legittimi proprietari delle auto, che avevano subìto un danno non indifferente, visto il valore di mercato dei mezzi in questione). Ora, però, i furti sono risultati essere una simulazione tramite la quale veniva richiesto poi il risarcimento alle assicurazioni, come sembrano aver accertato i giudici del collegio presieduto da Giovanni Ghini. Un colpo di scena in parte insperato viste le premesse, che ha sorpreso molti, facendo segnare un punto a favore delle difese ad anni di distanza dai fatti contestati.