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Pesantissima analisi del consigliere Caiazzo sull’inchiesta che vede Afragola collegata al clan dei casalesi

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Caiazzo, consigliere comunale di minoranza analizza la vicenda che vede la politica di Afragola e Frattamaggiore coinvolta con il clan dei casalesi negli appalti delle politiche sociali (leggi articolo). Ecco le parole di Antonio Caiazzo: 

”Afragola torna sulle pagine di tutti i giornali locali e nazionali per l’ennesimo scandalo che coinvolge la destra che governa la città, l’apparato burocratico dell’Ente, gli appalti sui servizi sociali e la criminalità organizzata. Questa volta si tratta dei “casalesi”.

Personalmente sono un garantista convinto e ancora di più quanto si tratta degli avversari. Quindi, non speculerò mai su una inchiesta giudiziaria a differenza di chi oggi si ritrova nelle maglie della magistratura ed ha cercato sempre di infangare le persone perbene solo perché considerati nemici da delegittimare con offese e fango.

Una destra giustizialista con le persone perbene e garantista quando si ritrova al centro di pesanti inchieste sui suoi rapporti col malaffare e con la criminalità organizzata.

Detto questo, il mio giudizio resta politico. Sinceramente non sono sorpreso da questa inchiesta e dallo spaccato inquietante che racconta. Questa destra la conosciamo da tempo, ed anche da vicino, e se ne abbiamo preso le distanze un motivo ci sarà. Lo abbiamo spiegato anche in campagna elettorale ma una parte del centrosinistra al ballottaggio ha avuto paura di cambiare ed ha sostenuto Pannone e Nespoli consapevole di quello che avrebbe regalato alla città. E sono bastate poche settimane per far rimpiombare Afragola nelle sabbie mobili e nell’oscurità dei rapporti promiscui tra la politica, i dirigenti comunali e la criminalità in relazione alla gestione degli appalti. Nulla di nuovo per chi conosce la storia. E fa tenerezza il centrosinistra che ad oggi si mostra sorpreso e chiede chiarezza non si sa a chi e su cosa visto che la storia non è nuova, i protagonisti sono sempre gli stessi e sono proprio quelli che parte dello schieramento di Iazzetta ha preferito mettersi sotto al braccio per la campagna elettorale al ballottaggio. Decretando la sconfitta di uno schieramento, quello guidato da Gennaro Giustino, che avrebbe, invece, spezzato un sistema politico e amministrativo che negli ultimi trent’anni ha visto protagonista sempre la stessa cabina di regia ambidestra. Coi risultati che i cittadini possono verificare: Afragola è in ginocchio e alle ultime elezioni si è fatto di tutto per evitare che si affermasse uno schema nuovo e lontano da chi, a fasi alterne, ha governato sempre il territorio.

Sul piano giudiziario possiamo solo avere fiducia nella magistratura, senza affidarci ad azioni di sciacallaggio. Il giudizio politico, però, è inesorabile e non riguarda solo chi attualmente amministra la città ma anche chi ha consentito che ciò avvenisse avendo il quadro chiaro e sapendo cosa significasse quella destra al governo di Afragola. Ormai è chiaro che serve un’azione di netto cambiamento, alternativa ai due blocchi che da sempre hanno riprodotto un sistema di governo nefasto per la nostra terra. I cittadini lo capiranno sempre di più e prima o poi saranno maturi i tempi di un cambiamento radicale, vero, serio, lontano dal malaffarismo della destra e dall’ipocrisia consociativa di parte della sinistra che, com’è sotto gli occhi di tutti, ha predicato bene e razzolato male.

Ancora fango sulla nostra città, ancora ombre pesanti sul Municipio e sugli appalti. Ed un sindaco in silenzio tra l’imbarazzo di rappresentare il braccio lungo di un sistema politico al Municipio e la consapevolezza di non poter far nulla per rimettere la gestione della cosa pubblica su un binario retto, lontano da quegli ambienti che gli hanno garantito la vittoria.

Mi dispiace per Pannone, non vorrei essere nei suoi panni anche se chi sceglie di seguire una strada precisa se ne deve assumere, politicamente, anche le responsabilità. E povera Afragola, l’unica vera sconfitta della tornata elettorale e l’unica condannata a subire l’ennesimo carico di fango e di malaffarismo senza la possibilità di poter tornare indietro…”