Gare d'appalto Turbate

Turbativa di gare d’appalto nel mirino della DDA anche i comuni di: Frattamaggiore, Arzano, Volla, Acerra, Afragola, Caivano, Cardito, Casalnuovo e Casandrino,

Sono 44 le gare dei rifiuti finite nel mirino della Dda e che Carlo Savoia, imprenditore legato a Nicola Cosentino finito in carcere in seguito ad un’indagine dei carabinieri per la Tutela ambientale e la Transizione Ecologica, avrebbe tentato di ‘turbare’.

I Comuni coinvolti in questa nuova inchiesta (Caserta, Aversa, Curti, Arienzo, Cancello e Arnone, Carinaro, Casaluce, Casapesenna, Falciano, Gricignano D’Aversa, Lusciano, Maddaloni, Roccamonfina, San Prisco; Santa Maria Capua Vetere, Sant’Arpino, Sessa Aurunca, Succivo, Villa Di Briano, Villa Literno) e Napoli (Frattamaggiore, Pollena, Arzano, Volla, Acerra, Afragola, Caivano, Cardito, Casalnuovo, Casandrino, Lacco Ameno, Marano, Pimonte, Marigliano), ma ce ne sono anche nel Salernitano (Eboli, Giffoni Vallepiana), nel beneventano (Paduli), in Basilicata (Lagonegro) e nel Basso Lazio (Gaeta e Minturno).

Come riporta “Edizione Caserta” per gli inquirenti è Savoia la figura centrale dell’indagine. L’ imprenditore è ritenuto dalla Dda uno dei “colletti bianchi”.

Nell’ordinanza il Gip Cerabona scrive che “l’inizio della sua fortuna imprenditoriale è stata delineata dalle dichiarazioni dei collaboratori di giustizia Luigi Cassandra, Giuseppe Valente e Nicola Schiavone che, sostanzialmente, lo hanno definito un imprenditore legato a Nicola Ferraro, Nicola Cosentino ed in ultima analisi al clan dei Casalesi”. Per la Dda Savoia avrebbe predisposto “i capitolati speciali di gara ed i relativi bandi per conto delle stesse amministrazioni appaltanti”, avrebbe consegnato “i documenti così predisposti dagli associati alle stazioni appaltanti (nelle persone di taluni funzionari o esponenti politici collusi con gli associati, taluni dei quali non ancora identificati)”, e avrebbe preso parte “alle gare di appalto dichiarando di possedere i requisiti tecnici richiesti dal bando, e aggiudicandosi le relative gare”.

Dalle indagini emerge come Savoia conoscesse, già prima che iniziassero le gare d’appalto, i criteri per la loro aggiudicazione, ciò grazie alla complicità dei funzionari pubblici. In cambio di tali informazioni sensibili, Savoia avrebbe garantito dei vantaggi, ma finora questo aspetto non è stato ancora chiarito.

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