Mattarella in visita ad Acerra. Monsignor Antonio Di Donna: “Sono deluso dal suo discorso”

ACERRA – “Sono contento per la visita di Mattarella ma oggi la Resistenza qui è contro l’inquinamento ambientale che produce i suoi martiri. E forse mi sarei aspettato di più anche dal Presidente. Voglio molto bene a Mattarella, ma mi aspettavo un maggiore riferimento alla lotta contro l’inquinamento”.

Sono le parole del Vescovo di Acerra, monsignor Antonio Di Donna, che ha commentato così la visita del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ad Acerra, in occasione delle celebrazioni per il 25 Aprile, la Liberazione.

Nel suo discorso, Mattarella ha innanzitutto ricordato la strage del 3 ottobre del 1943, quando i nazisti uccisero ad Acerra 88 persone. Il presidente ha poi fatto tantissimi riferimenti all’attuale guerra in Ucraina, associando la canzone simbolo della Resistenza al nazifascismo, ovvero Bella Ciao, a quanto sta succedendo oggi nell’Ucraina invasa dalla Russia.

“Pensando a loro (agli ucraini invasi), mi sono venute in mente, come alla senatrice Liliana Segre – le parole: ‘Questa mattina mi sono svegliato e ho trovato l’invasor. Sappiamo tutti da dove sono tratte queste parole. Sono le prime di “Bella ciao”.Per questo diciamo convintamente: viva la libertà, ovunque. Particolarmente ove sia minacciata.”

Monsignor Di Donna si è detto particolarmente deluso anche «dall’onorevole De Luca, che ha parlato di Terra dei fuochi al passato e ha detto che questo territorio oggi è fortemente monitorato. Non è vero. È monitorato per certi aspetti, non c’è più l’interramento dei fusti tossici come 30 anni fa, ma ci sono altri aspetti: i roghi tossici, l’inquinamento dell’aria e il fatto che la Regione continua a dare autorizzazioni ad aziende che trattano rifiuti tossici e che chiedono di venire qui nel nostro territorio. Ma almeno il presidente De Luca è stato coerente, perché la posizione della Regione Campania è da sempre negazionista: non dobbiamo parlare di Terra dei fuochi perché ci facciamo del male e danneggiamo i nostri prodotti, e se ne parliamo lo facciamo al passato, come stamattina».

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