Il flusso dei migranti è un problema di tutta l’aEuropa Unita: “Purtroppo ancora fuocoammare”

di Biagio Fusco  – La problematica del flusso di migranti che attraversano ogni giorno il mar Mediterraneo, riversandosi sulle coste italiane deve rimanere un impegno in capo a tutta l’Europa unita, con i contorni di tragedia umana che essa spesso assume, così come ce lo ha ricordato l’ultimo evento drammatico verificatosi in Calabria a largo del litorale crotonese. Il nostro Capo dello Stato, nel presenziare alla cerimonia di inaugurazione dell’anno accademico 2022/23 tenutasi presso l’Università della Basilicata, nel quarantesimo della sua fondazione, ha usato parole di profondo cordoglio nel commemorare la vicenda recentissima, richiamando un episodio analogamente doloroso che coinvolse i profughi afghani di Kabul parecchio tempo fa: “ Questo dramma ci fa tornare alla mente le immagini televisive della grande folla di afghani all’aeroporto di Kabul che imploravano un passaggio in aereo per recarsi altrove…il cordoglio deve tradursi in scelte concrete, operative, da parte di tutti: dall’Italia, per la sua parte, dall’Ue e di tutti i Paesi che ne fanno parte, perché questa è la risposta vera da dare…”. E l’Italia, purtroppo, si ritrova ancora una volta a fare la conta angosciosa dei corpi recuperati o restituiti dalle acque del Mare Nostrum, annoverando un altro brano inedito in questa tristissima storia che con regolare sequenza si ripete nelle nostre limpide acque blu”. Sull’evento la Procura della Repubblica presso il Tribunale di Roma ha aperto un’inchiesta, volta a tentare di far luce sul naufragio capitato a Cutro il 26 febbraio scorso, tutto ciò dietro la spinta mossa da un esposto presentato a firma dei parlamentari di Alleanza Verdi e Sinistra. Nell’atto viene evidenziato come una piccola e precaria imbarcazione, oltre tutto sovraccarica di migranti, si è trovata a navigare in un mare tempestoso, la cui rischiosità ha persino costretto due incrociatori militari a tornare in porto, motivo per il quale al momento gli inquirenti procedono a livello giudiziario senza aver iscritto specifica ipotesi di reato, anzi valutando l’opportunità di trasmettere l’incartamento alla competente Procura di Crotone. Chi ha denunciato l’accaduto all’autorità penale si chiede se, nella fattispecie, ricorra una qualche grave responsabilità da riconoscersi a livelli istituzionali superiori, considerato che potrebbero essere intervenute precise disposizioni ministeriali che abbiano ordinato alla Guardia Costiera di non uscire in mare quel giorno, dunque se nel caso possa accertarsi qualche omissione di soccorso da parte del Ministero dei Trasporti, al di sotto del cui controllo funzionale si muove proprio la Guardia Costiera, fatta salva nel campo la competenza del Viminale diventato super coordinatore di sbarchi e soccorsi dei migranti. Intanto, la nostra Premier, pur essendo in questo periodo fisicamente lontana dalle questioni legate alla politica interna, dato che risulta impegnata negli appuntamenti internazionali che l’hanno vista prima in India e poi negli EAU, con saggio spirito istituzionale non si è tenuta alla larga dalla strage di Steccato di Cutro, località dove è stato registrato il ritrovamento di 69 cadaveri dispersi in Calabria tra le onde gelide del suo versante ionico. E lo ha fatto difendendo sempre l’operato del suo governo, non senza escludere però la necessità di compiere più di qualche doveroso accertamento circa la effettiva operatività, quel giorno, della catena di comando, capace cioè di ricostruire con esattezza tutte le fasi del naufragio e la per ora apparente non pronta risposta di salvataggio delle autorità portuali italiane. Cosa è veramente successo in quella circostanza che ha ostacolato il provvidenziale aiuto ad un “ barcone ” alla deriva  ?. La Meloni risponde agli incalzanti interrogativi della stampa, ribaltando le inevitabili richieste di chiarimento direttamente all’agenzia europea Frontex, rea in quel frangente di non aver diramato indicazioni di emergenza: “ In questo casonon siamo stati consapevoli perché non siamo stati avvertiti…”. La posizione del Governo è netta, perché chiarita senza zone d’ombra già dal fatto che la tragedia si è consumata lungo una rotta nautica non interessata dall’azione delle ONG, dunque in un contesto disgiunto dalla contemplazione e azione della politica nazionale ed europea, pur nella consapevolezza che ogni iniziativa di contrasto al fenomeno criminale degli scafisti è costantemente monitorata dall’esecutivo. L’unica direzione da percorrere, che sia in grado di porre un argine al dilagare di una tratta di esseri umani, cinica e vergognosa, è favorire con intransigenza flussi legali, non distogliendo mai lo sguardo e l’attenzione da un tema sociale, troppo spesso alimentato da un confronto polemico e turbolento, che non può prescindere da un coinvolgimento di tutti i Paesi della UE. E la Meloni poi anticipa: “ Ho valutato di celebrare il prossimo Consiglio dei ministri a Cutro, sull’immigrazione ”. Ma lo strazio infinito di questa che altro non può definirsi se non una sciagurata ecatombe è raggiunto dall’immagine della 69sima vittima, un bambino a cui vanno rivolte tutte le preghiere del mondo, il vero FUOCOAMMARE !!