Arrestato a due anni di distanza dalla morte della moglie

Il 31 ottobre 2021, il medico bolognese, Giampaolo Amato ha ucciso la moglie, Isabella Linsalata, somministrandole volontariamente benzodiazepina e un anestetico ospedaliero. Entrato in carcere sabato scorso, due anni dopo la morte della compagna, Amato è accusato di aver ucciso con le stesse modalità anche la suocera, Giulia Tateo, pur continuando a professarsi innocente.

Secondo gli accertamenti medico legali effettuati sul corpo di Linsalata, però, è stato confermato il decesso legato ai due farmaci. In uno degli interrogatori, durante le indagini, il medico ha dichiarato: “Lei mi diceva “prendo poca roba per stare tranquilla”. Non le ho mai somministrato a sua insaputa bezodiazepina. Che lei lo temesse è una novità che scopro adesso”. Secondo quanto ricostruito dalle indagini, la donna stava attraversando una crisi coniugale con il marito che aveva intrapreso una relazione extraconiugale. La 62enne, sempre secondo l’accusa, sapeva che il compagno le somministrava farmaci per sedarla, ma taceva per non allarmare i figli. La vittima non aveva mai denunciato l’accaduto, ma aveva confessato tutto alla sorella e alle amiche. Proprio loro hanno fornito agli inquirenti le prove relative all’assunzione di psicofarmaci. La sorella di Linsalata ha conservato la bottiglia di vino che la donna aveva portato a cena la sera del 19 maggio del 2019. A tavola, infatti, la donna aveva constatato che la bevanda era “amarissima”.