Berlusconi a casa dopo 45 giorni in ospedale: ‘Dopo il buio ho vinto ancora’

Il leader di Fi era stato ricoverato al San Raffaele il 5 aprile scorso. In un messaggio ringrazia tutti per la vicinanza. ‘L’incubo è finito, viva la vita sempre’ conlude il leader di FI

Silvio Berlusconi è stato dimesso in tarda mattinata dall’ospedale San Raffaele di Milano, dove era ricoverato da 45 giorni per curare una infezione polmonare insorta nel quadro di una leucemia mielomonocitica cronica. Trasferito dalla terapia intensiva a un reparto di degenza ordinaria lo scorso 16 aprile, l’ex premier si trovava nel settore Q della struttura.

Berlusconi ha alzato una mano in segno di saluto, mentre lasciava l’ospedale San Raffaele di Milano dall’ingresso di via Olgettina 60 a bordo della sua auto. Con indosso una camicia bianca e una giacca blu, l’ex premier era seduto nei sedili posteriori accanto alla compagna Marta Fascina, che dal primo giorno di ricovero non è mai stata vista lasciare l’ospedale.

Care Amiche, cari Amici, oggi, dopo 45 lunghi giorni, sono finalmente tornato a casa e il mio ritorno ha riscaldato i cuori della nostra grande famiglia. Una emozione incredibile, un grande sollievo. E’ stato un periodo angoscioso e difficile ma dopo il buio ho vinto ancora”. Lo scrive in un messaggio il leader di Fi, Silvio Berlusconi. “Grazie a Dio ed a Tutti Voi che non mi avete fatto mai mancare la vostra vicinanza, il vostro calore e il vostro affetto – aggiunge Berlusconi – non mi sono mai sentito solo e ho continuato a nutrire speranza e fiducia. L’incubo è finito e, dopo aver letto i tantissimi messaggi di auguri ricevuti, mi sento di ringraziare ognuno di Voi che ha ritenuto di dedicarmi un pensiero affettuoso. Viva la vita, sempre!”, conclude.

Il leader di Forza Italia è stato dimesso dopo 45 giorni di ricovero, di cui i primi 12 in terapia intensiva. Lo scorso 16 aprile era poi stato trasferito in un reparto di degenza ordinaria nel padiglione Q della struttura.
L’ultimo bollettino medico risale al 3 maggio, quando i professori Alberto Zangrillo e Fabio Ciceri avevano parlato di un “quadro clinico stabile e confortante”.