Sant’Antimo: innamorato della nuora credeva avesse una relazione con il genero

 

 

Era innamorato folle della nuora, soffriva di una forma morbosa di gelosia per ogni uomo che avvicinava, in particolare per il genero che vedeva come il più pericoloso rivale. Ed è stato quest’ultimo il primo ad essere ucciso giovedì scorso con sette colpi di pistola. Venti minuti dopo ha esploso altri cinque colpi con la stessa arma, contro l’oggetto dei suoi morbosi desideri, uccidendo la moglie del figlio davanti ai due nipotini. Più che tragica follia l’assurdo e crudele duplice omicidio di Sant’Antimo si è rivelato una storia lurida, scioccante, messa in piedi dall’assassino che in un solo colpo ha eliminato il presunto ma innocente e inconsapevole rivale, e cancellato dalla faccia della terra, l’oggetto dei suoi desideri, seguendo quel tragico copione da stalker che cosi recita, “O mia o di nessuno”. Per questo è stato convalidato dal gip Simona Farina del Tribunale di Napoli Nord l’arresto per Raffaele Caiazzo, 44 anni, per il duplice omicidio, aggravato da futili motivi e per aver commesso il fatto contro affini ed in presenza di minori, del genero Luigi Cammisa, 29 anni e della nuora Maria Brigida Pesacane, 24 anni, rispettivamente marito e moglie di Anna e Alfonso Caiazza, figli gemelli dell’assassino. All’ “infame” lista di reati, il gip ha anche contestato a Raffaele Caiazzo, porto e detenzione illegale di pistola e spari in luogo pubblico. Nel dispositivo il gip ha disposto la stretta sorveglianza in carcere, perché l’uomo ha manifestato più volte l’intenzione di suicidarsi. Al momento al reo confesso, ma del solo omicidio di Luigi Cammisa, poichè per quello di Maria Brigida Pesacane Raffaele ha dichiarato di non ricordare nulla, non è stata contestata la premeditazione, ma da quello che è emerso dalle indagini svolte dai Carabinieri della compagnia di Giugliano, diretta dal capitano Matteo Alborghetti, coordinati dalla Procura, di Napoli Nord diretta da Maria Antonietta Troncone, ci sarebbero tutti i presupposti per l’aggravante della premeditazione.