NAPOLI, 16 GIUGNO – La posizione geografica di questa zona, caratterizzata da colline rigogliose, offre un terreno fertile per diverse colture, tra cui spicca la cannabis indica. Sfruttando le condizioni climatiche favorevoli, la marijuana cresce abbondantemente in questi luoghi, mentre la conformazione geografica fornisce rifugi praticamente inaccessibili per le attività criminali legate al traffico di droga e armi.
Per contrastare questo vantaggio ambientale, i militari della compagnia di Castellammare di Stabia hanno avviato un monitoraggio costante delle pendici. Supportati dalla squadra eliportata dei Cacciatori “Calabria” e da un drone telecomandato, i Carabinieri eseguono una scansione completa del territorio sia dalla terra che dall’aria.
L’operazione ha già dato i suoi frutti: a Castellammare, nella comunità montana nota come “Madonna della Libera”, un rudere apparentemente abbandonato ha attirato l’attenzione delle forze dell’ordine. Inizialmente sembrava soltanto un mucchio di massi e pietre, ormai sommersi dalla vegetazione circostante. Tuttavia, i Carabinieri hanno scoperto che si trattava di un vero e proprio bunker.
Dalle prime indagini sembra che questo nascondiglio sia stato progettato dalla criminalità organizzata locale per coltivare cannabis. Il locale disponeva di un allaccio abusivo alla rete elettrica principale, lampade, alimentatori, impianto di ventilazione e vasi contenenti terriccio e materiali vari per la coltivazione. L’opera di costruzione era quasi perfetta, se non fosse stato per la sorveglianza costante effettuata dai Carabinieri di Castellammare di Stabia, che pattugliano quotidianamente l’area e individuano le piantagioni illegali.In un’area di proprietà demaniale, le forze dell’ordine hanno scoperto e sequestrato 207 piante di cannabis indica, con un’altezza media di un metro e mezzo. Le piante sono state campionate e distrutte sul posto. Ancora una volta, per il secondo giorno consecutivo, i Carabinieri hanno arrestato un individuo e sequestrato droga. Si tratta di un 33enne di Gragnano, già noto alle forze dell’ordine e considerato affiliato al clan Afeltra-Di Martino. Durante la perquisizione della sua abitazione, i militari hanno rinvenuto e sequestrato una pistola lanciarazzi calibro 22, completa di caricatore per capsule di innesco, oltre a poco più di 31 grammi di marijuana, un bilancino e materiale per il confezionamento dello stupefacente. L’arma, di solito utilizzata per segnalare situazioni di emergenza, sarà sottoposta ad accertamenti balistici. L’arrestato è attualmente in attesa di giudizio.
Questa operazione dimostra l’impegno dei Carabinieri nel contrastare il traffico di droga e armi nelle zone montane della regione. Grazie alla loro sorveglianza costante, le attività illegali vengono individuate e neutralizzate, contribuendo a mantenere la sicurezza e l’ordine nella zona dei Monti Lattari.