Cortina: olimpiadi 2026

Olimpiadi 2026, M5S-AVS: Abodi ascolti, ecco perchè bob a Cortina è follia
Parlamentari: No a cattedrale nel deserto, scongiurare fardello economico

Sono ore decisive per la scelta finale sulla pista da bob a Cortina per le Olimpiadi invernali del 2026 e M5s e Verdi-Sinistra provano a dare la spallata finale per decretare l’abbandono del progetto e portare le gare a Innsbruck. Oggi in Senato pentastellati e Avs hanno tenuto una conferenza stampa assieme a Mountain wilderness, Italia nostra, comitato civico di Cortina e altri attivisti per fare un appello ad ‘arrendersi’. A rinunciare ad un’opera che costa troppo realizzare, che costerà troppo gestire senza certezza di ricavi, che non rispetta nulla della sostenibilità ambientale e rischia di tramutarsi “nell’ennesima cattedrale del deserto”. Come già accaduto per l’impianto olimpico di Cesana in Piemonte. Oltre a elencare tutto questo, i 5 stelle ricordano che il tempo stringe: non ci sono le imprese che devono realizzare la nuova pista da bob; i giorni che separano dall’inizio dei Giochi si riducono e di pari passo aumenta “esponenzialmente” il costo (fino a 124 milioni di euro): “Ogni giorno che passa dice che l’opera è irrealizzabile”.
Gli atleti rischiano di non avere a disposizione l’anno di tempo necessario, prima dei Giochi, per omologare la pista e allenarsi: se anche fosse realizzata prima dell’accensione della fiamma olimpica, dovrebbero provarla a cantiere ‘in corso’, cioè senza gradinate né spogliatoi, tanto per fare un esempio. E allora “ben venga l’apertura del dubbio su questa scelta e la valutazione di alternative”, così come raccomandate nell’ordine del giorno approvato alla Camera che impegna il Governo a cercare un ‘piano B’, ma “non si vada a Cesana, portare le gare lì ha un costo come fare la pista a Cortina”, dice la senatrice pentastellata Elena Sironi, che ha voluto la conferenza stampa di oggi a Palazzo Madama.

“Se il ministro dello Sport Andrea Abodi ci avesse ascoltato”, per Enrico Cappelletti, deputato M5s, “avrebbe ben pochi dubbi sulla decisione. Auspico che il bob a Cortina non si faccia anche per evitare di lasciare un fardello” sulle spalle della Perla delle Dolomiti. Volere a tutti costi un impianto nuovo è una “incogruenza” sempre più evidente con l’indicazione del Cio per “Olimpiadi sostenibili ambientalmente ed economicamente, con un impatto concreto positivo sui territori. Siccome siamo oltre tempo limite” per costruire la nuova pista a Cortina, Aurora Floridia, senatrice Avs, sospetta che dietro la “testardaggine e la cocciutaggine” di chi insiste per averla “ci sia l’interesse di pochi o un orgoglio dei tempi che furono, uno sciocco nazionalismo che non ha più senso. L’orgoglio moderno è dire di riuscire ad organizzare Olimpiadi veramente sostenibili, lo chiedono anche gli atleti”. E allora che Coni e Governo “parlino con i gestori di altre piste” per spostare le gare da Cortina. Quella pista, aggiungono i parlamentari “gli abitanti di Cortina non la vogliono” a parte “qualche rappresentante istituzionale” che però dovrebbe accettare, il problema della insostenibilità “ambientale ed economica” e far tesoro dell’esperienza piemontese “dove i costi di gestione hanno portato alla chiusura” dell’impianto, dice Cappelletti paragonando il peso della pista alla pedemontana veneta, opera da due miliardi che “i veneti devono pagare 13, per 95 chilometri, perché i conti non tornano, si deve aumentare il pedaggio, e non la prende nessuno…”. Meglio “seguire la strada più intelligente, razionale ed economica”: andare a Innsbruck o Saint Moritz. Le Olimpiadi saranno su tre regioni e nove località “aggiungerne una decima non costituirà un così grande problema”, afferma.

Sironi ricorda i costi di gestione della nuova pista, 1,5 milioni di euro, con un ritorno in attivo tra “cinque anni” e un guadagno, fra un lustro appunto, di 5.000 euro, e “tutto da verificare perché si spera” in una quantità di utilizzatori “inverosimile”. Dunque, “qualsiasi alternativa fa risparmiare denaro che può essere usato per opere utili. Auspichiamo una soluzione ragionevole che risponda alle esigenze del territorio, di tutela ambientale e di sostenibilità economica, superando una rigidità di posizioni fine a se stessa”. Lisa Pirro, altra parlamentare M5s, ha toccato con mano il flop post Giochi di Torino: “Oggi Cesana è una cattedrale nel deserto. Si sono spesi milioni e milioni per opere poi cadute in disuso per costi troppo alti di manutenzione e gestione. Non aggiungiamo l’ennesimo spreco. Ci preoccupiamo ogni giorno di quanto costa la sanità, non sappiamo dove trovare le risorse e qui si parla di sperperare centina di milioni di euro per una pista da bob. Sacrosanto rispetto per lo sport, ma se a 200 chilometri c’è un’altra pista per fare le gare non vedo perché fare gli scizzinosi e pensare che i soldi cadano dal cielo”. E Floridia: la pista da bob a Cortina è “una follia”, una “vicenda incresciosa”, chiosa Sironi.

Italia Nostra: Continueremo a impugnare bob a Cortina
Attivisti: la gente non la vuole, ormai è una mission impossible

La pista da bob a Cortina è un’opera “assurda, scandalosa e insostenibile” per le casse comunali, ma “ho paura che si faccia, perché Zaia non mi ha convinto, non credo che abbia rinunciato, e ho paura che le troppe opzioni alla fine portino a ritornare su quella originaria, cioè Cortina, spero di sbagliare”. Ad ogni modo, anche se già tanti sono i motivi di chi sostiene il ‘no’ alla pista, anche se è stato impegnato il Governo a cercare soluzioni alternative, la battaglia continuerà. Lo promette Italia nostra: Giovanna Ceiner, a nome di Italia nostra di Belluno e nel Veneto, conferma che si andrà avanti con la battaglia legale nelle sedi del Tar; si punta soprattutto alla sospensione del cantiere, a far valere l’assenza delle valutazioni di impatto ambientale sull’area dei lavori (“Superiore ai 2,5 ettari, anche se la Società Infrastrutture Milano Cortina dice che sono di meno”), a insistere perché si faccia la bonifica degli ordini bellici che fin qui è stata ritenuta non necessaria. Quella pista, peraltro, fa paura non solo per i danni all’ambiente ed economici, ma anche perché si
teme che diventi il ‘precendente’ favorevole a chi chiede meno vincoli urbanistici e paesagistici per realizzare le opere. Ceiner ha messo tutto questo in fila nella conferenza stampa di oggi al Senato con cui M5s e Verdi-Sinistra hanno rinnovato l’appello a rinunciare alla pista.

Rossana Calabria Fanucci (Amici di Cortina) ha ricordato che “la gente che si esprime” su questo progetto è “per lo più contraria”; che il taxi bob non salverà la pista dopo i Giochi del 2026 e che Coni e Regione dovevano capire prima se si sarebbe potuto fare a Cortina un centro federale di allenamento per bob, skeleton e slittino. “Perché non sono state contattate le Federazioni straniere?”.
A questo punto, continua Fanucci, non ci sono i tempi” per fare tutto prima dei Giochi: serve un anno per l’omologazione dell’impianto e si doveva chiedere al Cio una deroga per starci dentro. Adesso, riuscire a realizzare la pista è “una mission impossible”.
Luigi Casanova, presidente onorario di Mountain wilderness, ringrazia chi nelle Istituzioni ascolta le voci del territorio, come la sua, che provano a dimostrare come le Olimpiadi siano “insostenibili per l’arco alpino”; e che ricordano che la promessa di una valutazione ambientale strategica su tutte le opere dei Giochi sia caduta nel vuoto e anzi si procede con analisi sui singoli interventi che però, essendo affidati a commissari, non permettono la necessaria trasparenza. Resteranno solo “spese che graveranno sui cittadini delle valli”. E inoltre “non c’è alcuna opera, tra quelle sono state approvate e condivise dal Consiglio dei ministri, che abbia un minimo di visione sui drammartici effetti dei cambiamenti climatici”.
Comitato Cortina: Eredità bob si mangia tassa soggiorno
E Mountain Wilderness: Nuovi collegamenti sciistici sono inutili

“Solo queste poche cose che ho detto parlano da sole” e provano l’inopportunità di una nuova pista da bob a Cortina per i Giochi invernali del 2026. E’ Marina Menardi, del comitato civico Cortina, ad aver snocciolato, oggi al Senato e in diretta sulla tv di Palazzo Madama, tutti gli argomenti che dovrebbero indurre a rinunciare all’impianto. Su tutto, il peso economico per il Comune di Cortina. La Perla delle Dolomiti aveva già una pista da bob che chiusa nel 2008 e all’epoca c’era un movimento delle disciplina “molto forte con molti praticanti…”. Oggi la Federazione di bob, skeleton e slittino conta una cinquantina di iscritti. I ‘bobisti’? Circa 15. “Vogliamo arrivare a dire che sono 20 o magari 30…? Ok, ma chiedo: chi guiderà i taxi bob” che, una volta finite le Olimpiadi, dovrebbero attirare utenti della pista? L’ipotesi è che all’inizio la gestione sia in perdita per quattro-cinque anni, per 500.000 euro l’anno, e dal sesto arrivi all’attivo grazie a 7.000 corse di taxi bob quando a Innsbruck, “una pista che funziona, inserita in un centro sportivo” ne fa 1.205 all’anno. Quindi, “come si può pensare di fare 7.000 corse di taxi bob e chi li piloterà per portare la pista in attivo facendo 75 corse al giorno per 15 giorni per quattro mesi?”.

Menardi avverte: l’eredità dei Giochi a Cortina è un debito di due milioni per i primi cinque anni e “forse, dopo, con un miracolo, con i taxi bob un attivo. Ma intanto chi paga 500.000 euro all’anno? Il Comune al momento è da solo ad affrontare questo costo che è pari alla tassa di soggiorno”. E comunque “non sanno chi gestirà” l’impianto. Menardi cita anche i bandi andati deserti nella ricerca di imprese per realizzare la nuova pista e i costi triplicati da 41 a 124 milioni tra 2019 e oggi. “E pare che servono comunque altri 30-60 milioni” extra.
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