CARFORA, Confimi Industria Campania: Affrontare le Sfide e Sfruttare le Prospettive delle Zone Economiche Speciali (ZES) nel Mezzogiorno d’Italia

Semplificare ed incentivare con vantaggi fiscali ed agevolazioni finanziarie a tutti i settori economici e produttivi del Mezzogiorno è, sicuramente, un’idea affascinante ed ambiziosa, ma rischia di diventare utopistica ed irrealizzabile se si pensa di realizzarla d’improvviso. È importante evidenziare che una centralizzazione improvvisa di tutte le procedure amministrative in un unico ufficio centralizzato potrebbe creare ostacoli e non funzionare come previsto, generando addirittura maggiori disagi di quelli attuali. Questi problemi sono già riscontrabili negli uffici Inps e Inail, nonostante, abbiano strutture telematiche consolidate e provate da tempo e che sono, tuttora, in difficoltà ed in ritardo su molte questioni. Inoltre, per quanto riguarda gli incentivi fiscali, sarebbero auspicabili ed efficaci se il governo avesse stanziato un budget illimitato per far fronte alle possibili richieste che potrebbero presentarsi. Al contrario, l’importo messo a disposizione per questa misura risulta essere piuttosto limitato rispetto all’ambizioso programma preventivato. Tuttavia, questo programma contiene una visione politica di sviluppo inclusivo per l’intera area del Mezzogiorno d’Italia, e che potrebbe diventare realtà solo se attuato con gradualità negli anni e con prudenza, criterio e responsabilità, tenendo conto, costantemente, delle risorse disponibili e degli interessi collettivi dell’intera economia da salvaguardare”, ha dichiarato Carfora. Il presidente di Confimi Industria Campania, rivolgendosi al Ministro Raffaele Fitto ed al Presidente Regionale della Campania Vincenzo De Luca, ha sottolineato le priorità che dovrebbero guidare l’attuazione della ZES Unica, al fine di garantire un impatto positivo, virtuoso e duraturo sul tessuto produttivo e sociale del Mezzogiorno:

  1. Limitare l’estensione delle agevolazioni dell’area ZES alle zone già destinate all’uso industriale e con infrastrutture urbane e di servizi primari già esistenti e consolidati, per evitare speculazioni su terreni agricoli e costruzioni di capannoni senza un committente produttivo effettivo, garantendo che le agevolazioni vadano alle imprese e non agli speculatori, con la salvaguardia del patrimonio ambientale, pubblico e privato.
  2. Recuperare le aree con capannoni dismessi, trasformandole in nuovi spazi industriali, tra l’altro, già urbanizzati con tutti i servizi, rinnovati e vitali, in grado di attrarre investimenti e creare occupazione.
  3. Infrastrutturare tutto il Mezzogiorno, soprattutto le aree interne e più disagiate, garantendo i servizi essenziali come la linea telefonica e l’accesso a Internet, la rete elettrica industriale, le reti idriche potabili e le fognature pubbliche, le reti stradali ed autostradali, il trasporto pubblico. Infrastrutture necessarie e che senza le quali nessun imprenditore responsabile investirebbe.
  4. Valorizzare tutte le risorse economiche del Mezzogiorno, non solo quelle industriali, ma anche quelle legate al turismo termale/archeologico/museale/religioso, all’artigianato, all’agricoltura, alla viticultura, all’enogastronomia ed alla cultura urbanistica e storica in generale.

Carfora ha inoltre ricordato che la ZES Unica prevede un credito d’imposta sugli investimenti produttivi effettuati dalle imprese nelle regioni meridionali, cumulabile con altri incentivi nazionali e comunitari. Questo credito d’imposta varia dal 25% al 45% a seconda delle dimensioni dell’impresa e della regione in cui si trova la struttura produttiva. Questo credito d’imposta è cumulabile con altri incentivi previsti dalla normativa nazionale e comunitaria, a condizione che non superi l’intensità massima di aiuto consentita dalla Carta degli aiuti a finalità regionale 2022-2027, con soglie quindi più elevate rispetto alla precedente e che ha lo scopo di contribuire alla coesione economica del Sud Italia.

Questi sono incentivi molto importanti, che possono contribuire a rendere le imprese del Mezzogiorno più competitive non solo a livello nazionale, ma anche sul mercato internazionale ed a frenare l’emigrazione verso l’estero di giovani e di aziende manifatturiere. È fondamentale che questi incentivi siano utilizzati in modo oculato e trasparente, evitando sprechi e abusi. Inoltre, è importante che il Parlamento confermi il Decreto Sud nella sua conversione in legge, eventualmente apportando modifiche che rafforzino ulteriormente le prospettive del Mezzogiorno, e che non vadano ad indebolirlo con la polverizzazione delle risorse che non produrrebbe gli effetti preventivati e non genererebbe benefici per nessuno“, ha concluso Carfora.