Educare i giovani alle relazioni, il nuovo progetto socio politico

Di Biagio Fusco

Dopo due giornate di intensa polemica, alimentata costantemente dalle frange massimaliste sia della destra che della sinistra italiane, il ministro della Istruzione e del merito Giuseppe Valditara si vede costretto ad un penoso dietrofront e revoca così la nomina di garante dell’apprezzabile ed ambizioso progetto sociale chiamato “ Educare alle relazioni ”, assegnata ad Anna Poala Concia, ex deputata PD ed attivista di Lgbt, non senza formulare i suoi personali ringraziamenti per la disponibilità e generosità d’animo mostrata da quest’ultima e da suor Monia Alfieri nonchè da Paola Zerman. Questo progetto non avrà dunque alcun garante, rivela la Concia, la quale prosegue così “ è per me evidente che non esistono le condizioni per svolgere il lavoro equilibrato e dialogante che mi ero proposta insieme alle altre due garanti del progetto ”. La coordinatrice del comitato che organizza Didacta Italia tiene però a precisare che solo da un sano confronto dialettico tra matrici culturali differenti è possibile arrivare alla elaborazione di linee programmatiche comuni, che ispirino in maniera non divisiva ma condivisa il tema del rispetto della libertà delle donne. Purtroppo, e con puntualità, è montata in questi ultimi giorni dell’anno la solita sterile diatriba politica, che smarrisce quasi sempre la cognizione del corretto valore che è necessario dare a queste nobili iniziative e finisce a litigare sempre intorno al colore che ad esse vuole abbinare per insulse logiche di lottizzazione. Nelle acque agitate dalla bagarre politica si è inserita FDI che con Maddalena Morgante, responsabile nazionale del Dipartimento Famiglia e Valori non negoziabili, ha sollevato eccezioni circa la metodologia di scelta della medesima Concia per quel ruolo, pur essendo questa persona stimata e stimabile. La replica della Lega, di cui è espressione il ministro di riferimento, dai toni e significati a dire il vero piuttosto ibridi, lascia perplessi quando chiarisce che in politica i nomi e le soluzioni che praticamente creano spaccature nella maggioranza non sono utili, soprattutto se conducono allo scontro. Le parole di Valditara intanto intervengono in maniera provvidenziale a pacificare gli animi di quanti hanno osteggiato la nomina del garante e fanno appello al comune senso di responsabilità quando egli dice: “ Il maschilismo e la violenza contro le donne sono temi seri e importanti che stanno a cuore a questo governo ”. Insomma, l’invito rivolto a tutti è di ritrovarsi intorno ad un progetto che ci solidarizzi eliminando le esclusioni, perché senza difficoltà lo si può ritenere come pienamente rispondente ad un quadro valoriale degno del migliore impegno sociale. Non a caso il Parlamento ha approvato un disegno di legge a prima firma Roccella, il quale è così rubricato “ Disposizioni per il contrasto della violenza sulle donne e della violenza domestica ”, e altrettanto non per una semplice casualità è stato sottoscritto lo scorso 22 novembre un patto d’intesa tra i ministri delle Pari opportunità e della Famiglia, della Cultura, dell’Istruzione e del Merito, che punta a promuovere nelle scuole una campagna di resistenza nei confronti dei fenomeni di violenza perpetrata sulle donne. Educare alle relazioni, dunque, è un piano – programma che si proietta all’attuazione di questo specifico indirizzo politico, tenendo nella debita considerazione le variegate sensibilità di cui si compone il Parlamento ed il Paese intero, senza lasciar fuori nessuno dal dibattito. Pertanto, non è in discussione l’educazione sessuale, alla affettività o la cultura transgender, l’intrapresa sociale e politica ha un più ampio respiro, perché punta a formare, su base volontaria, raggruppamenti di giovani, moderati al loro interno da docenti in possesso di adeguata formazione, i quali si prefiggano col dialogo e la propria esperienza di sradicare dalle menti atteggiamenti produttivi di discriminazione, sopraffazione e violenza verso le donne. Il ministro Valditara opportunamente spiega quali fossero le intenzioni del governo sinteticamente riunite nella designazione della Concia a garante del progetto: “ La presenza dei garanti aveva semplicemente lo scopo di sostenere questa iniziativa e la loro diversità culturale era proprio un messaggio forte per significare che nel contrasto alla violenza contro le donne dobbiamo essere tutti uniti, partendo da iniziative concrete, di buon senso, non estremiste, nè tanto meno ideologiche ”. Tutto ciò per indurre i nostri giovani alla riflessione su una traccia problematica, attualissima, i cui risultati probabilmente tanto serviranno a capire il grado di civiltà in Italia delle generazioni meno avanti negli anni. Chissà che, anche privo di un coordinamento personale, questo encomiabile progetto non riesca ad avvicinare mondi culturalmente distanti, grazie anche al coinvolgimento delle associazioni rappresentative dei genitori !