Droga sequestrata arrivata a Napoli con sommergibile

Sequestro di Droga

I sommergibili della cocaina

Innanzitutto, in un’intercettazione agli atti risulta che la droga arrivava addirittura via sommergibile in Europa. L’intercettato (una delle persone arrestate oggi) è di origine albanese e alla conversazione che risale al giugno del 2021 prende parte un connazionale appena sbarcato a Napoli. I due interlocutori si confrontano sulle modalità di trasporto della droga e dei rischi a cui sono esposti, per esempio, quando viene trasferita in una borsa, a causa dei cani antidroga.  Sostengono che i container offrono maggiore sicurezza ma solo “sott’acqua è 100%, ma ci sta solo da Panama”, dicono.

Gli investigatori interpretano la frase come la dimostrazione che ormai ai mezzi tradizionali si sta affiancando, come anche scoperto dai militari Usa nel corso di una recente importante operazione, la modalità di trasferimento via sommergibile.

Le figure di spicco tra i narcotrafficanti

Due i gruppi coinvolti dalle indagini. Per il primo la regia del traffico di droga era per gli inquirenti affidata a Bruno Carbone, braccio destro del boss dei Van Gogh Raffaele Imperiale. A distribuire all’ingrosso, secondo l’Antimafia, era Vincenzo Della Monica, che da Marano e San Giovanni a Teduccio gestiva l’attivo dei carichi di droga che lui stesso ordinava a Carbone. Dai depositi partivano le distribuzioni per Scampia, Parco Verde di Caivano, Marianella, la Cisternina di Castello di Cisterna, e ancora Secondigliano, Giugliano, Marigliano. Inoltre, a finanziare l’organizzazione, con ruolo anche di cassiere, per gli investigatori era il fratello Salvatore Della Monica, con ruolo apicale per Michele Nacca.

Il secondo gruppo in affari, invece, sarebbe collegato a Simone Bartiromo, Roberto Merolla e Giovanni Cortese.

Chat criptate per comunicare

La droga veniva importata dall’estero grazie alle chat criptate Sky Ecc ed Encrochat. Partite nel 2017 per arrivare alla cattura di Carbone, le indagini hanno permesso innanzitutto di scoprire il nickname “biaste” utilizzato sulle chat, con le quali comunicava anche con sua madre durante il periodo di latitanza a Dubai. Nel corso della sua collaborazione, Carbone ha riferito che Nacca si era fatto tatuare dietro la schiena le iniziali I, M e C, dedicate ad Imperiale, Mauriello e Carbone, i tre potenti narcotrafficanti, in segno di fedeltà.