“Perché non canti più”, in scena l’emozionante tributo di Cecilia Syria Cipressi a Gabriella Ferri

Torna ad alzarsi il sipario su “Perché non canti più”, l’emozionante tributo all’arte di Gabriella Ferri, iconica artista della Roma popolare, raccontata da Cecilia Syria Cipressi in una dimensione del tempo quasi sospesa e ideata dall’eclettico Pino Strabioli. Il tour parte proprio dalla Capitale, dal Teatro Tor Bella Monaca, con una doppia data, 17 e 18 febbraio, per proseguire poi lungo tutta l’Italia.

Strabioli, conduttore, autore e regista teatrale, ha sin dal principio riconosciuto in Syria il talento e la passione necessari per farsi carico di una così grande responsabilità. E così, sotto la direzione musicale di Massimo Germini e la supervisione di Seva, figlio di Gabriella, prende vita un concerto-spettacolo intenso e mai retorico. Tra musica, monologhi e poesie, Syria canta i brani, legge le pagine di diario e racconta la vita di una delle cantanti più amate di tutti i tempi.

Un lavoro, svolto con grande rispetto, per riportare alla memoria una donna straordinaria e per permettere ai più giovani, che anagraficamente non hanno potuto conoscerla, di scoprire la sua storia, tra successi e tormenti, attraverso canzoni e aneddoti.

«Da una valigia rossa è nato un libroalbum dove ha raccolto scritti, disegni, appunti, scarabocchi, lettere e pensieri di Gabriella. Quella valigia mi è stata data da suo marito e da suo figlio. In quella valigia ho rovistato per intere notti e interi giorni, accatastati, sparsi, mischiati, c’erano e ci sono ancora fogli di carta colorati e in bianco e nero. bHo incontrato Syria in un ristorante a Trastevere e mi ha dichiarato la sua passione per Gabriella. Abbiamo pensato di provare ad aprirla insieme quella valigia per farla diventare suono e voce. Stiamo sparpagliando le note e le canzoni che Gabriella amava di più e le stiamo mischiando ai suoi pensieri. Sarà un cantare recitando e un recitarcantando. Un concerto, un racconto. In molti me l’hanno chiesta in prestito quella valigia rossa, l’ho sempre tenuta stretta.

Syria ha nella voce e nel cuore quei pezzetti di Roma che sapranno dove portarla, dove aprirla, dove lasciarla cantare e raccontare».