Una coppia, marito e moglie, è stata arrestata con l’accusa di aver rapito una neonata dalla clinica Sacro Cuore di Cosenza, dove la piccola era appena nata. Il rapimento sembra essere stato il frutto di un desiderio ossessivo della donna, Rosa Vespa, di avere un figlio, dato che non riusciva a concepire. La neonata è stata ritrovata rapidamente e restituita ai genitori.
Rosa Vespa, 51 anni, si era spacciata per un’infermiera e, con l’aiuto del marito Aqua Moses, un 43enne di origini senegalesi, aveva prelevato la neonata dalla culla. La donna, per nove mesi, aveva finto una gravidanza, raccontando ai parenti di aspettare un maschietto e giustificando il suo ricovero in clinica con la necessità di ulteriori accertamenti. Per rendere più credibile la sua storia, la neonata era stata vestita di azzurro, come se fosse un bambino.
I parenti della coppia erano a casa in attesa di festeggiare l’arrivo del “nuovo membro” della famiglia. Secondo quanto riferito dalle forze dell’ordine, quando gli agenti sono intervenuti nel loro appartamento a Castrolibero, la coppia stava organizzando una festa con tanto di banchetto, ignara del rapimento. La piccola, fortunatamente, è stata ritrovata poco dopo e restituita ai genitori.
Aqua Moses e Rosa Vespa sono stati arrestati e portati in questura. La polizia ha identificato la coppia grazie anche al sistema di videosorveglianza della clinica. Alcuni testimoni hanno riferito che la donna, di bassa statura e con treccine colorate, era entrata nella clinica fingendosi una puericultrice e, con l’aiuto del marito, aveva prelevato la neonata dalla culla. Il gesto è stato filmato e il video è ora al vaglio degli inquirenti.
Le forze dell’ordine sono intervenute tempestivamente dopo la denuncia dei genitori, che si erano immediatamente allarmati per la scomparsa della bambina. Il nonno della piccola ha dichiarato di aver vissuto momenti di panico, ma ha anche voluto ringraziare pubblicamente le forze dell’ordine per l’intervento rapido e risolutivo.
La madre della neonata, una casalinga, e il padre, un 29enne dipendente della Conad, sono stati supportati da amici e familiari, che hanno diffuso sui social la foto della piccola chiedendo a chiunque l’avesse vista di mettersi in contatto. L’allarme è stato diffuso in tutta la regione, portando alla rapida soluzione del caso.
Il lieto fine di questa vicenda, con il ritorno a casa della neonata, è stato un sollievo per la famiglia, che ora si è detta profondamente grata per il sostegno ricevuto e per il lavoro delle forze dell’ordine. La mamma, visibilmente commossa, ha condiviso su Facebook un messaggio di gratitudine, raccontando la sua gioia per aver riabbracciato la figlia, dopo un’esperienza traumatica che non dimenticherà facilmente.