Il Garante della Privacy blocca DeepSeek per tutelare i dati degli utenti italiani

Il Garante della Privacy italiano ha preso una decisione drastica nei confronti di DeepSeek, bloccando ufficialmente il software di intelligenza artificiale relazionale a tutela della sicurezza dei dati degli utenti nel nostro paese. La misura è stata adottata dopo che l’applicazione è scomparsa dai negozi digitali di Apple e Google in Italia, in seguito alla richiesta di chiarimenti avanzata dall’Autorità. Quest’ultima, infatti, aveva ricevuto una comunicazione dalle società coinvolte che è stata giudicata del tutto insufficiente.

Oltre a questo blocco, il Garante ha avviato un’istruttoria per approfondire ulteriormente la vicenda. Le aziende coinvolte hanno dichiarato di non operare in Italia e di non ritenere applicabile la normativa europea sul trattamento dei dati, una posizione che è stata prontamente contestata dall’Autorità italiana.

Nel frattempo, un gruppo di ricercatori americani ha scoperto una grave vulnerabilità nel sistema di DeepSeek, successivamente risolta. Questo bug aveva infatti esposto informazioni sensibili degli utenti. La falla è stata localizzata in un database, denominato ClickHouse, che conteneva oltre un milione di dati, tra cui cronologie delle chat, accessi e informazioni sugli sviluppatori. Il problema era dovuto al fatto che il database era accessibile da remoto senza alcuna autentificazione, rendendo possibile l’accesso non autorizzato alle informazioni, comprese password e file.

Questa scoperta ha sollevato preoccupazioni sulla gestione dei dati sensibili nel settore dell’intelligenza artificiale. I ricercatori hanno sottolineato l’importanza di adottare misure di sicurezza adeguate, simili a quelle richieste ai principali fornitori di servizi cloud. “Man mano che l’intelligenza artificiale diventa sempre più integrata nelle aziende globali, il settore deve affrontare con serietà i rischi legati alla gestione dei dati sensibili”, hanno dichiarato.

DeepSeek, che aveva riscosso un enorme successo a livello globale, attirando milioni di download in pochi giorni, è stato messo in discussione anche da OpenAI, rivale principale della tecnologia cinese. Sam Altman, CEO di OpenAI, ha commentato il sistema, definendolo “sopravvalutato” e “non particolarmente innovativo”. Secondo Altman, DeepSeek non avrebbe raggiunto un livello di capacità superiore rispetto a modelli di IA precedenti.

Nel frattempo, la piattaforma di monitoraggio della disinformazione Newsguard ha testato il sistema, rilevando che DeepSeek ha dato risposte inaccurate nell’83% dei casi, riuscendo a correggere affermazioni false solo nel 17% dei casi. Una performance che non ha convinto gli esperti del settore, alimentando ulteriori dubbi sulla sua reale efficacia.