Scalea. Pochi giorni fa è morto Antonio Pignataro, ex boss di Nocera autore dell’omicidio di Simonetta Lamberti

Raggio di Sole Cooperativa

Antonio Pignataro, ex boss della camorra e figura di primo piano della Nuova Famiglia, è morto il 15 aprile, a Scalea (Cosenza), dove si trovava agli arresti domiciliari. La sua morte arriva in un momento in cui Pignataro stava affrontando accuse di traffico di droga tra la Calabria e la Campania.

Il 68enne, che negli anni ’80 fu una figura di spicco nel contrasto alla Nuova Camorra Organizzata di Raffaele Cutolo, ha acquisito notorietà anche per il suo coinvolgimento nell’omicidio di Simonetta Lamberti, avvenuto nel 1982. Nel 2012, infatti, Pignataro ha deciso di collaborare con la giustizia e ha ammesso di essere stato l’ideatore dell’agguato in cui perse la vita l’undicenne figlia del magistrato Alfonso Lamberti.

L’omicidio della piccola Simonetta avvenne il 29 maggio 1982, quando la bambina era in auto con il padre lungo la strada che collega Cava de’ Tirreni a Vietri sul Mare. Un commando la affiancò e sparò colpi di pistola all’auto: mentre il padre venne solo ferito, Simonetta, addormentata sul sedile posteriore, fu colpita alla testa e morì sul colpo. La confessione di Pignataro, avvenuta decenni dopo il crimine, fece luce su una delle pagine più oscure della storia della criminalità organizzata del Sud.

Pignataro era stato arrestato nell’ottobre del 2023 in seguito a un’inchiesta della Direzione Distrettuale Antimafia riguardante un presunto traffico internazionale di stupefacenti tra la Calabria e la Campania. Dopo il suo arresto, era stato posto ai domiciliari a Scalea, cittadina in provincia di Cosenza.

Con la morte di Pignataro, si chiude un capitolo importante della storia della camorra e della giustizia italiana. Nonostante la sua lunga collaborazione con la giustizia, che ha portato a numerose rivelazioni, l’omicidio di Simonetta Lamberti rimane uno dei crimini più dolorosi mai commessi dalle organizzazioni criminali in Italia.

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