Il percorso della nazionale Italiana in questo 2025 non è cominciato nel migliore dei modi, visto che il 3-0 subito dalla Norvegia ce lo ricorderemo per parecchio tempo come un risultato bello pesante, di quelli che ci sentiremo raccontare ancora per un po. Avere la propria nazionale che non sono perde la partita, ma perde anche la consapevolezza del proprio valore, senza riuscire a reagire correttamente, non aiuta di certo ma alla fine della fiera c’è da stare “tranquilli”: per l’Italia questo è uno dei “tanti” momenti bui in cui si è imbattuta la nazionale nel corso della sua lunga storia.
Di prestazioni fragili gli azzurri ne hanno mostrate veramente tantissime: chiunque si diverta con le bet su betfair da almeno qualche anno avrà visto risultati terrificanti fare continuamente capolino all’interno della sua memoria. Basta pensare al 29 Giugno 2024, con gli ottavi di finale dell’Europeo in cui l’Italia è stata malamente battuta dalla svizzera nonostante giocatori come Donnarumma, Di Lorenzo, Bastoni o Barella!
Se andiamo a guardare il passato della squadra ne troveremo diverse altre di situazioni sostanzialmente identiche.
C’era una volta una scarsa nazionale Italiana
Il “primo” grande crollo della storia azzurra porta la data 19 luglio 1966, con l’Italia che perde contro la Corea del Nord in una partita considerata impossibile da perdere. Forte di una boria derivante anche da dichiarazioni surreali dell’allenatore Italiano, la squadra degli azzurri subisce un gol da Pak Doo Ik, professore di educazione fisica riscopertosi calciatori e simbolo dell’umiliazione subita dall’Italia quella sera. I pomodori ricevuti al ritorno in patria dai calciatori sono anch’essi simbolo di quanto bruciante sia stata la scottatura subita dai giocatori.
Tornando ancora indietro nel tempo è possibile prendere in esame il mondiale del 1958, il primo storicamente senza Italia in quanto quest’ultima verrà eliminata ai gironi di qualificazione dall’Irlanda del Nord, in una partita a Belfast finita 2-1 che fa restare fuori gli azzurri. Quello è storicamente considerato il primo segnale che il nome non sempre basta, specie in uno sport come il calcio dove il cuore può essere in grado di fare veri e propri miracoli durante i match più incasinati.
Durante gli anni settanta, prima di diventare una delle squadre più temute del mondo, l’Italia si accascia una volta durante lo scontro con la Polonia. Questa sconfitta è stata però strumentale per la costruzione della squadra che poi, nel 1982, finirà per vincere il mondiale
Ma anche oggi siamo un po’ scostanti
Nonostante siamo stati vincitori del mondiale nel corso del 2006, l’Italia da quel momento in poi ha sempre fallito nell’ottenere grandi risultati a livello sportivo nei mondiali. Nel 2010, nonostante fossimo campioni del mondo, ci fermiamo in Sudafrica durante l’ultima partita della fase a gironi contro la Slovacchia, con un match perso 3 a 2 nonostante buona parte della rosa fosse quella che aveva effettivamente fatto l’impossibile per vincere il mondiale.
Nel 2014 l’Italia si fa fermare prima dal Costa Rica e poi, in definitiva, dall’Uruguay senza aver mostrato granché del suo valore. Nel 2017 la squadra arriva ai playoff contro la Svezia ma si lascia fermare da un singolo gol, per poi pareggiare alla partita di ritorno finendo per la prima volta completamente fuori dal mondiale per la prima volta dopo sessant’anni di presenze più o meno soddisfacenti.
Se le prossime partite dell’Italia non porteranno alla qualificazione per i mondiali, nel 2026, le scommesse più interessanti rimarranno quelle legate alle scommesse serie a, con buona pace per gli appassionati dei racconti in cui Davide sconfigge Golia.