“Altro che perdono, andrò io dal Papa con gli occhiali di mia figlia uccisa”. Con queste parole, cariche di dolore e indignazione, Enza, madre di Martina Carbonaro, rompe il silenzio dopo la lettera inviata da Alessio Tucci a Papa Leone. Tucci, l’ex fidanzato della giovane e oggi detenuto per averla brutalmente uccisa a soli 14 anni, ha chiesto perdono per “le conseguenze delle sue azioni”.
Una richiesta che Enza respinge con fermezza. “Se davvero il Papa volesse occuparsi di questo delitto, allora che chiami me. Che ascolti una madre che ha visto tornare a casa la propria figlia in una bara”, afferma con voce spezzata.
Il riferimento agli occhiali di Martina è tra i passaggi più struggenti. “Quegli occhiali che ancora non mi hanno restituito sono stati l’ultima cosa che ha avuto davanti agli occhi. L’ultima immagine prima di morire. Non posso permettere che restino solo un oggetto: devono diventare una testimonianza. E dovranno essere visti anche dal Papa”.
Per Enza, le parole di Tucci non sono pentimento, ma “una provocazione vergognosa” e “un atto strumentale”. “Chi ha violato il comandamento ‘Non uccidere’ non può cavarsela con una lettera. Ha ucciso consapevolmente e adesso ha anche il coraggio di chiedere perdono al Papa? È una bestemmia”.
Poi, l’appello diretto e accorato al Pontefice: “Gesù disse: ‘Chi è senza peccato scagli la prima pietra’. Ma quel mostro la pietra l’ha presa e l’ha usata per uccidere. Santo Padre, se riceverete quella lettera, vi chiedo di ascoltare anche me. Chiamatemi, ed io verrò”.