Roma – Un grido d’allarme che arriva direttamente dalle carceri italiane. Don Salvatore Saggiomo, Garante dei Diritti delle Persone Private della Libertà Personale della Provincia di Caserta, è intervenuto ieri alla Consulta del Senato per i Diritti Fondamentali della Persona, nel corso della discussione sulla Legge di Bilancio, per denunciare la grave situazione sanitaria e organizzativa che affligge gli istituti penitenziari.

L’iniziativa, voluta dalla senatrice Mariolina Castellone, vicepresidente del Senato, ha aperto uno spazio di ascolto per i diritti degli “ultimi”, tra cui i detenuti.

Le criticità denunciate

Il Garante ha descritto uno scenario drammatico: detenuti affetti da patologie oncologiche senza cure continuative, operatori sanitari “ridotti all’osso”, specialisti quasi del tutto assenti, e una Polizia Penitenziaria stremata da doppi turni e carichi insostenibili, con ripercussioni anche in termini di suicidi tra il personale.

“La sanità penitenziaria vive una condizione insostenibile: cure basilari mancano, i trasferimenti ospedalieri sono continui, ed è una bomba a orologeria che mette a rischio vite umane e logora le istituzioni” – ha dichiarato Saggiomo.

Le proposte avanzate

Nel suo intervento, il Garante ha avanzato tre richieste concrete al Governo e al Parlamento:

  1. Più fondi per il personale sanitario penitenziario, con assunzioni mirate e la presenza stabile di specialisti, in particolare psicologi.

  2. Rafforzamento della Polizia Penitenziaria, per eliminare i doppi turni e garantire condizioni di lavoro dignitose.

  3. Protocolli sanitari interni adeguatamente finanziati, per ridurre trasferimenti ospedalieri inutili e assicurare il diritto alla salute dei detenuti.

“La dignità non si taglia”

Concludendo il suo intervento, Saggiomo ha ribadito la necessità di un cambio di prospettiva:

“La Legge di Bilancio è lo strumento con cui lo Stato sceglie le sue priorità. Non possiamo più accettare che il carcere sia considerato l’ultima voce, sacrificata e dimenticata. La dignità della persona, sia essa detenuto o agente, è al cuore della nostra Costituzione e deve essere difesa con scelte economiche coraggiose e responsabili”.