Italia-Israele in campo si è conclusa sul 3-0 per gli azzurri.Fuori e’ guerriglia urbana

Tensione dentro e fuori lo stadio Friuli, a Udine, prima della partita fra Italia e Israele. Il corteo pro-Pal, con circa 10mila manifestanti, si è svolto pacificamente fino a che, all’arrivo in piazza Primo Maggio, un centinaio di presenti ha tentato di sfondare il cordone delle forze dell’ordine, con l’obiettivo di raggiungere l’impianto sportivo. Gli scontri sono proseguiti per più di un’ora: poliziotti e carabinieri, in assetto antisommossa, hanno risposto con idranti e lacrimogeni ai manifestanti che si erano lanciati contro di loro con transenne, segnali stradali, pezzi d’albero, pietre e sassi, oltre che con petardi e fumogeni. Alcuni cassonetti sono stati incendiati. Almeno 15 i manifestanti fermati. Fischi anche all’inno israeliano prima dell’inizio del match, in parte coperti dagli applausi di altri tifosi. Sventati due tentativi di invasione.

 Durante gli scontri, a cui erano presenti anche attivisti giunti dai vicini Balcani, sono rimasti feriti un carabiniere, una giornalista colpita da una pietra e un cameraman. Come scrive Ansa citando fonti sanitarie, il cameraman è rimasto seriamente ferito nel corso della sassaiola, riportando “un trauma cranico importante“: prima è stato preso in carico dal personale di un’ambulanza e poi è stato “trasferito d’urgenza in ospedale“.

Mentre a quattro chilometri di distanza andavano in scena gli scontri tra manifestanti pro-Pal e forze dell’ordine, allo stadio Friuli si sono levati fischi all’inno israeliano prima dell’inizio della partita Italia-Israele, partita valida per le qualificazioni al Mondiale. Circa 10mila gli spettatori sugli spalti, alcuni dei quali hanno voluto rispondere ai fischi con gli applausi.

 “Quello che è accaduto è di una gravità inaccettabile. La nostra città ripudia con forza la violenza che ha attraversato le strade al termine della manifestazione”. Lo ha dichiarato il sindaco di Udine, Alberto Felice De Toni.  “Il corteo è stato pacifico e civile – ha proseguito il primo cittadino -, ma al termine dello stesso dei delinquenti, che non c’entrano nulla con l’organizzazione e con i valori che l’animavano, hanno rovinato una giornata che poteva e doveva essere completamente diversa. Condanniamo con forza la violenza e i danneggiamenti che hanno attraversato la città”.

“Esprimo la mia vicinanza e il mio ringraziamento alle forze  dell’ordine che hanno gestito con freddezza e organizzazione la deriva violenta al termine del corteo – ha aggiunto De Toni -, ai giornalisti, a chi è rimasto coinvolto dagli scontri e a tutti i cittadini spaventati da queste scene vergognose: Udine intera vi è accanto. È intollerabile – ha concluso – che una manifestazione per la pace animata da cittadini e manifestanti pacifici, che ringrazio, sia stata trasformata in un teatro di scontri, tradendo e offendendo i veri messaggi della mobilitazione, che era contro ogni forma di guerra e violenza”.

Sul campo si sapeva ed è una buona notizia, grazie a un grande portiere e a un centravanti che in azzurro ha segnato 11 gol in 24 gare: l’Italia fatica per un’ora contro Israele, ringrazia due volte Donnarumma e due volte Retegui, legittimando con un finale in crescendo, nel quale Mancini segna il 3-0 nel recupero, la qualificazione aritmetica ai playoff (26 e eventualmente 31 marzo) per la qualificazione al Mondiale.
Dopo due spareggi persi, la strada è ancora lunga e nessuno può sapere davvero dove porterà, anche se l’ottimismo è obbligatorio, per scacciare i fantasmi del passato: 16 gol in 4 partite della gestione Gattuso sono comunque un piccolo record, da mettere alla prova tra un mese contro la Norvegia a San Siro, nell’ultima partita del girone che sarà vinto da Haaland e soci.