vincenzo nespoli

Accolto il ricorso, niente carcere per l’ex sindaco di Afragola Nespoli

Ieri, 2 maggio 2019, nella V seziona penale della Cassazione è stata tratta la questione della vicenda “Gazzella” che vedeva coinvolto e condannato in appello ad oltre 6 anni di reclusione l’ex senatore e sindaco di Afragola Enzo Nespoli.

La Corte di Cassazione ha accolto, almeno parzialmente, il ricorso presentato dagli avvocati dell’ex parlamentare di alleanza Nazionale e del Pdl.

Cassata dunque la sentenza di secondo grado emessa il 9 gennaio 2018 e legata alle indagini condotte nel 2010 dai pm Vincenzo Piscitelli e Henry John Woodcook per reati riconducibili al 2007.

A distanza di 12 anni, quella emessa dai giudici non è una sentenza di assoluzione: il caso – per motivazioni che saranno pubblicate nei prossimi giorni – è stato assegnato ad un’altra sezione della corte d’appello.

La portata di questo rinvio – oltre a mettere in evidenza i limiti ancestrali del sistema giuridico italiano (Nespoli non è certamente l’unico cittadino costretto ad affrontare infinite e logoranti fasi processuali) –  assume un’importanza considerevole nel periodo politico che stiamo vivendo.

Classe 1954, ex uomo di punta del centrodestra in Campania insieme a Cosentino e Cesaro, Vincenzo Nespoli è stato tre volte deputato nonché sindaco della sua città.  

Riconosciuto per fiuto politico e grandi capacità organizzativa. C’è chi ritiene che sia stato suo il merito del successo della Lega in Campania con un traghettamento silenzioso sulla barca salviniana di alcuni suoi alleati di partito da AN, PDL e Forza Italia.

Una volta scrollatosi definitivamente dal peso delle accuse della magistratura, non è da escludere che per le regionali 2020 il leader politico esca dall’ombra e torni alla luce del sole.