Disabili in attesa dal 12 gennaio: la Regione non risponde sulle vaccinazioni


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Tiziano Papagni – Di seguito la straziante comunicazione di chi oltre alla disabilità deve combattere anche con la burocrazia e l’inefficienza amministrativa. La Regione fa orecchie da mercante e intanto c’è chi aspetta risposte e soluzioni da chi ha il dovere di darle. A scrivere è il Presidente Fortunato Nicoletti “Per il Comitato famiglie disabili lombarde”
“In data 12 gennaio abbiamo chiesto a Regione Lombardia notizie circa la vaccinazione delle persone con disabilità e dei caregivers e nonostante nelle settimane successive abbiamo più volte riproposto la questione, ad non oggi nessuna risposta è giunta dagli assessorati competenti.
L’ultima comunicazione ufficiale riguarda la cosiddetta fase 1 bis, nella quale oltre alla categoria over 80 si fa riferimento a soggetti con particolari patologie gravi e residenti e operatori delle rsd, senza fare alcun riferimento né a tutti i soggetti che sono assistiti a domicilio, né a tutti quelli che se ne prendono cura (operatori-caregivers-familiari conviventi). Quindi non solo già le persone con disabilità sono considerate categoria di serie B, ma all’interno di tale discriminazione si divide i soggetti tra disabili di serie addirittura inferiori.
Ricordiamo che ad oggi nessuno dei vaccini disponibili in Italia può essere somministrato ai minori di 16-18 anni e ciò vuol dire che solo proteggendo tutto il nucleo che assiste il minore con disabilità, può di conseguenza essere protetto il soggetto fragile. Altresì ricordiamo che le persone con disabilità gravi e gravissime e i propri familiari sono le categorie che in assoluto hanno più sofferto le problematiche e le limitazioni, anche sociali e relazionali, dovute alla pandemia e risulta inconcepibile e ingiustificabile che alle stesse non sia stata data priorità assoluta nella somministrazione dei vaccini anti covid 19. Si precisa inoltre che alla data odierna nemmeno gli infermieri professionali e i terapisti che assistono a domicilio i soggetti fragili e che girano di casa in casa, oltre a condurre una normale vita privata, è stato somministrato il vaccino e ciò è quantomeno paradossale oltre che molto grave.
Pertanto, chiediamo alla Regione (che oggi dovrebbe oltretutto essere interlocutore privilegiato rispetto al neo costituito ministero) che le persone con disabilità gravissima e i loro familiari conviventi vengano immediatamente identificati e inseriti tra le categorie prioritarie alla somministrazione del vaccino anti covid 19, osservati i motivi delle priorità e dunque i particolari livelli di esposizione al virus e la vulnerabilità all’infezione.
Ribadiamo che in mancanza di risposte urgentissime ed esaustive, metteremo in campo ogni azione per tutelare la salute e i diritti delle persone che rappresentiamo”.