Campo Rom Caivano

Caivano: operazione di controllo straordinario nel Campo Rom

Caivano – Un tour nei campi rom di Caivano per comprendere le reali condizioni di vita, usi e costumi di una popolazione nomade, che a tanti risulta ancora incomprensibile. Oggi, 14 luglio, su indicazioni del viceprefetto Romano, insieme al sindaco Enzo Falco, la squadra dei dirigenti (Politiche Sociali, Ambiente, Lavoro) attivisti, volontari e le forze dell’ordine, si è creato un team operativo per il contrasto del fenomeno dei roghi nella Regione Campania nell’ambito della “Terra dei Fuochi”.

Il team, composto da sette unità dei Servizi Sociali del Comune di Caivano, si è adoperato per un censimento della popolazione, rilevando:

Si è trattata di un’operazione di interforze di 2° livello integrata dalla polizia, impiegando quattro equipaggi dell’Esercito, tre equipaggi delle Forze di Polizia, un equipaggio della Polizia Municipale per un totale di 20 unità interforze (più le 7 unità dei Servizi Sociali del Comune di Caivano).

Le Guardie Ambientali d’Italia (GADIT) distaccamento Caivano e i Volontari Antiroghi Acerra.

Nel dettaglio la composizione delle pattuglie interforze comprendeva: il Raggruppamento Campania dell’Esercito su base Reggimento Cavalleggeri “Guide” (19°), la Polizia Municipale di Caivano (Na), i Carabinieri di Caivano (Na), la Guardia di Finanza di Frattamaggiore (Na), la Polizia di Stato di Afragola (Na).

– una pattuglia dei Carabinieri congiuntamente ad una pattuglia dell’Esercito hanno effettuato posti di controllo e sicurezza dell’area di operazione;
– una pattuglia della Guardia di Finanza congiuntamente ad una pattuglia dell’Esercito hanno effettuato posti di controllo, nello specifico controllo agli autoveicoli furgonati;
– una pattuglia della Polizia di Stato ha effettuato sicurezza e controllo al dispositivo nonché dell’area di operazione;
una pattuglia della Polizia Municipale congiuntamente ad una pattuglia dell’Esercito hanno effettuato posti di controllo e sicurezza all’interno comminate.

Le attività si inquadrano nelle azioni di “secondo livello” (cioè operate da pattuglie congiunte dall’Esercito e dai corpi di Polizia municipale o metropolitana) che si aggiungono ai settimanali Action Day.

Il team ha visitato tre accampamenti, il primo in via Cinquevie tra Caivano ed Afragola, definito “campo rom autorizzato”, in seguito altri due composti da roulotte di nomadi, tra Casolla e Caivano al confine con Orta di Atella.

La popolazione rom a Caivano ha subito, nel corso degli anni dall’insediamento (luglio 2005) ad oggi, delle evoluzioni creando un metissage (ovvero una cultura ibrida) fatta di elementi originari della propria ed altri acquisiti dalla nostra. I rom tendono ad adattarsi all’ambiente in cui vivono, quindi delinquono dove già si delinque, tendono ad integrarsi dove sussiste maggiore integrità sociale. La tendenza ad accumulare oggetti è tipica di un processo psicoanalitico, che spesso sfocia in sindrome da borderline (o disposofobia, ossia la tendenza ad accatastare oggetti e rifiuti che col tempo assumono un valore economico ed affettivo).

Il dato significativo resta sempre il processo di acculturamento sviluppatosi in seguito alla lotta all’approvvigionamento delle risorse primarie.

La composizione sociale dei rom a Caivano è diversificata (secondo i primi dati raccolti) in rumeni, serbi (Montenegro) slavi, tutti provenienti dal ceppo indeuropeo. Nel corso degli anni si sono adattati all’ambiente circostante, acquisendo anche abitudini locali, dalla scelta dei nomi dei figli (la maggior parte dei bambini ha un nome italiano) alla cucina, all’abbigliamento.

L’ “habitus” è fortemente simbolico e interessante da studiare, anche il rapporto con le istituzioni (comune, forze dell’ordine, volontari) è polarizzato (estremo: o troppo amichevole o altamente sospettoso).

Il sistema scuola purtroppo è minimo se non assente, stesso discorso per la socializzazione primaria e secondaria, questo è uno dei motivi del perché si sviluppano le devianze.

Molti bambini non vanno a scuola, e tanti adolescenti sono stati deprivati del diritto allo studio, a seguito di lentissime procedure burocratiche che non permettono un inserimento sociale, e dunque scolastico, adeguato e repentino. Con la pandemia è peggiorato tutto.

La scuola dovrà avere un ruolo fondamentale in questa battaglia. Poiché l‘adattamento richiede il rispetto delle regole primarie, purtroppo, l‘igiene è ancora abbastanza scarsa per alcuni gruppi, che tendono ad isolarsi dal resto della popolazione maggiormente integrata.

Il lavoro d’indagine preliminare è stato importante al fine di comprendere il rapporto tra i servizi sociali e la popolazione rom. Una “relazione” da costruire, su cui bisogna lavorare molto in termini di mediazione culturale ed il rispetto delle diversità. Molto abili le assistenti sociali, spedite e motivate. Una dirigenza valida, anche se in alcuni casi il tono perentorio e autoritario nel porre domande, può creare una lieve forma di disagio, che però poi viene facilmente superata da maggiore empatia.

La mediazione, è e sarà, la chiave vincente per creare una cooperazione sul territorio. Il censimento è solo l’inizio, si dovrà continuare con queste operazioni al fine di costruire un rapporto integro con la cittadinanza.

L’altra parte della popolazione dei rom non presente dovrà essere censita. Nei 20 container, molti uomini erano assenti. La tendenza ad evadere porta a supporre la presenza di una diffusa micro-criminalità presente all’intero dell’area, giustificata da numerosi incendi che sono ripetutamente appiccati durante il giorno e la notte, e che fanno della nostra terra, la terra dei fuochi.

La lotta ai roghi è senza sosta, ed in ballo c’è la vita. Ci auspichiamo il meglio per Caivano.