Sotto accusa 600mila euro. Marzano, consigliere Noi Insieme: “Tuteliamo l’interesse pubblico”. Sindaco Monopoli: “Ecco cosa significa ripristino della legalità”. Intanto l’opposizione con un manifesto al vetriolo chiede le dimissioni del Sindaco
E’ finito in Procura il fascicolo riguardante i lavori di ristrutturazione del Castello mediovale, sede del municipio cittadino. La proposta passata in consiglio comunale è stata sollecitata dall’architetto Angelo Marzano, consigliere comunale del gruppo “Noi Insieme”. In sostanza fanno sapere dal municipio le varie fasi di ristrutturazione vedono il Castello incompleto, anzi modificato nella sua struttura originale, nonostante i vincoli della Sovraintendenza ai beni culturali. Atti trasmessi alla Procura della Repubblica, all’Autorità Anticorruzione e alla Corte dei Conti. “L’esigenza di proporre al consiglio comunale l’invio del faldone in Procura nasce – dichiara Marzano – dal senso di dovere legato al mio ruolo di cittadino e di consigliere comunale che si preoccupa di salvaguardare gli interessi pubblici. La questione del Castello medievale è da troppi anni oggetto di discussione a livello locale e nessuno mai ha saputo o ha voluto dare delle spiegazioni in merito ad una questione simbolo del fallimento politico e amministrativo delle passate gestioni. Appena ho avuto contezza che molto in questa vicenda non quadra, anche a seguito di relazioni tecniche presentate dai tecnici incaricati, ho deciso di chiamare in causa la Procura perché da quelle carte emergono circa 600mila euro di lavori o non realizzati, ma pagati, oppure chissà cos’altro è successo che la Procura dovrà spiegarci. Perché il dato è certo: i soldi sono stati spesi e i lavori di ristrutturazione non sono conclusi. Adesso l’opera storica è abbandonata nel degrado, al proprio destino, senza che nessuno sappia spiegarci in maniera certa come stanno le cose e di chi sono le colpe. Inoltre, allo stesso tempo bisogna ammettere che se oggi parliamo di lavori pagati e non realizzati lo dobbiamo anche al dirigente del settore Lavori pubblici che ha, insieme all’architetto Vitaliano Fusco, scoperchiato il pentolone appena il nuovo sindaco si è insediato consentendo a noi amministratori di poter inviare gli atti ai magistrati sperando che la comunità caivanese possa ottenere giustizia”. Sulla stessa lunghezza d’onda il sindaco Simone Monopoli. “Abbiamo deciso – dichiara il sindaco – come consiglio comunale, all’unanimità, di inviare gli atti relativi al castello medievale alla Procura perché non potevamo e non possiamo assumerci le responsabilità legate alla cattiva amministrazione di chi ci ha preceduto. Come amministrazione in carica è nostro compito affrontare la tematica e tentare di capire come risolverla per restituire alla città un’importante opera ma allo stesso tempo è chiaro che se ci sono delle responsabilità sullo sperpero di denaro pubblico e addirittura se risulta vero che sono stati pagati lavori mai eseguiti, tra il silenzio della politica locale, è nostro dovere far salire tutto a galla a tutela della legalità e dell’interesse collettivo. Ecco, nella sostanza, e lo dico alla minoranza, cosa significa ripristino della legalità al Municipio. Questioni come quella del castello dovrebbero far vergognare chi ha governato Caivano mettendo da parte la tutela dell’interesse collettivo chissà per quali finalità: se si è trattato solo di incompetenza oppure c’è addirittura malafede”. Intanto l’opposizione si unisce nel firmare un manifesto che incalza il Sindaco sulla nomina dei nuovi assessori. Il manifesto fatto affiggere ieri per le mura della città in sintesi accusa il Sindaco di aver nominato tecnici non del territorio, mortificando sia la classe politica che lo sostiene che le professionalità territoriali. Nel manifesto l’opposizione, inoltre, sottolineando il fallimento dell’amministrazione chiede le dimissioni del Sindaco.