Casoria. Il Movimento 5 Stelle “bacchetta” il sindaco Fuccio

Mentre il Sindaco Fuccio continua ad annunciare la propria rivoluzione il Movimento 5 Stelle e la rappresentante in consiglio comunale Elena Vignati, con una nota prendono le misure a quello che secondo loro sta accadendo in città in questi mesi. Vi proponiamo di seguito il documento:

“La propria incapacità, l’altrui misura:
Che a fare un’opposizione seria e coerente si rischia facilmente di essere giudicati inesperti: perché l’esperienza insegna che sarebbe per tutti più facile e vantaggioso distogliere lo sguardo da una recita così desolante e godersi tutti i conforti nel foyer…

Preambolo

L’anno scolastico è solo agli esordi, eppure c’è chi ha già saputo meritare una sonora bocciatura: una amministrazione svogliata che, mostrando molta improvvisazione e poca “ classe”, ha ottenuto in così breve tempo una serie di note di demerito. Il nostro sindaco, che sembra avere le polveri bagnate, si è limitato finora a sparare imbarazzanti giustificazioni a salve: un vero cecchino dei buchi nell’acqua, a corto di mira e di consenso! Un uomo solo allo sbando che stenta a mettere su uno straccio di linee programmatiche; dopo oltre cento giorni dalla sua ufficializzazione, in barba a quella legge già ridotta in più occasione a querelle svilita, tra chi fa la voce grossa e chi fa orecchie da mercante.

La rivoluzione dei tanti luoghi comuni …

Dopo un esordio non troppo esaltante, segnato da una interpretazione creativa dell’articolo sulla elezione della commissione elettorale (che ha richiesto l’ intervento del Ministero degli Interni per rimettere ordine e significato tra le parole), lo slogan viene riaffermato attraverso“coraggiose riforme” del regolamento inerente alle commissioni permanenti. Le intenzioni annunciate sono quelle di ridurre i costi della politica: si snelliscono in effetti le commissioni suddette- trasformate in classi a numero chiuso- che passano da un numero di 15 consiglieri ( in rappresentanza di tutte le forze politiche in aula) ad un massimo di 5 membri per ogni commissione ( secondo il principio: un consigliere monogamo e la sua commissione da amare); peccato che, non imponendo alcun limite al numero di sedute, né tantomeno alla presenza pur facoltativa in commissione,questa scelta serva più a zittire le opposizione che a tagliare realmente i costi.
Si potrebbe infatti obbiettare che ridurre il numero dei membri in una commissione consiliare significa ridurre il numero dei gettoni di presenza.
In realtà si sfrutta un falso mito: ovvero che il costo della rappresentanza democratica sia legato ai gettoni di presenza ( dei quali pur spesso si fa un uso allegro: una firmetta, si saluta e via…).
Il vero costo per il comune è invece rappresentato dal rimborso della giornata lavorativa del consigliere comunale impegnato in commissione, e quindi assente giustificato sul posto di lavoro: “costo politico” di cui il comune si fa carico. Il regolamento prevede però che un consigliere comunale, pur non facente parte di una certa commissione consiliare, possa prenderne comunque parte in veste di supervisore o semplice ascoltatore: un impegno facoltativo che a norma di legge costituisce giusta causa di assenza sul lavoro e onere, da parte del comune, di rimborso per l’azienda presso cui presti la propria opera il consigliere zelante. Alla luce di queste banali considerazioni non si riesce dunque a comprendere con quale sofisticata legge statistica il sindaco abbia previsto un risparmio di circa 40mila euro sulle spese relative alle commissioni: in linea teorica infatti un consigliere potrà prendere parte a tutte le sedute della propria commissione come membro effettivo, nonché a tutte le sedute delle altre commissioni da cui per regolamento è stato escluso, solo a titolo facoltativo, e con lo stesso effetto sulle casse comunali.
Effettiva o democraticamente facoltativa, la sua partecipazione alla seduta si tradurrà in un giorno lavorativo da rimborsare,( che può valere anche oltre dieci volte un gettone di presenza: la giornata va calcolata al lordo dei contributi ) dunque un onere ben più gravoso del misero gettone di presenza.
L’auspicio pomeridiano è plausibile, ma non affatto vincolante. Magari le commissioni potrebbero essere riunite tutte il medesimo giorno: ma questo resta solo una ipotesi azzardata ( o magari un suggerimento… ), non essendo tale correzione contemplata dalle nuove norme introdotte dalla ligia amministrazione.

Nei fatti: lo spirito che manca ed una rivoluzione che arranca …

La rivoluzione passa attraverso una serie di tagli, pur necessari, ( ad esempio le poche migliaia di euro sottratte alle scuole per l’acquisto dei banchetti )e nel contempo si manifesta con qualche “urgente delibera” per certi incarichi diretti ( con migliaia di euro che invece si riescono a trovare ) attraverso – sembrerebbe- la lievitazioni esorbitante e ingiustificata del costo del kit della differenziata, come denunciato dal consigliere di opposizione Luisa Marro nell’ultima assise ( parole che restano agli atti e che gettano ombre inquietanti sulla gestione dei rifiuti di Casoria Ambiente ), l’oneroso acquisto del sistema di monitoraggio stradale dello Street Control ( sulla falsa righe delle bici elettriche con le pile scariche) montato sulle auto di ordinanza dei vigili urbani , costrette però a restar ferme in deposito perché SENZA REVISIONE. La rivoluzione è conferma scenografica attraverso tutto uno “sbocciare “ di cartelloni pubblicitari che infestano la città ( fosse necessario per far spazio ,seghiamo pure qualche albero ), spesso non a norma, qualche volta – sembrerebbe- senza neanche versare le imposte per le affissioni ( in sostanza abusivi ).

La rivoluzione del dott. Fuccio già sembra foglia morta!

Dopo un’estate di roghi tossici e parole fumose, salutiamo i rigori autunnali e le prime piogge; che ripuliscono l’aria ammorbata dal dolo e dall’imperizia”.

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