di Vito Coppola* – Egregio Direttore, Caro Collega, intervengo in merito all’articolo di Marika Arcopinto, pubblicato sul quindicinale “Cogito”, da lei diretto, n° 402, del 18/03/2017. L’articolo riporta alcune considerazioni dell’artista Gianfranco Gallo, che ammetto di non conoscere (un limite sicuramente personale), che meritano alcune precisazioni, anche perché il bando a cui si riferisce è stato predisposto dal mio Ufficio sulla scorta di un indirizzo dell’Amministrazione comunale. È inesatto dire che le gare bandite sono andate deserte. Nel primo esperimento, infatti, ci fu un’offerta di un gestore di un teatro di Napoli che fu escluso perché mancava il requisito delle referenze bancarie. Nel secondo esperimento la Commissione di gara stabilì di non aggiudicare la concessione del teatro alla ditta Caccavale, in quanto l’offerta risultava economicamente non conveniente per l’Ente. Nei predetti bandi erano previsti dei requisiti di capacità tecnica ed economico-finanziari, in conformità all’ articolo 41, previsto nel codice degli appalti. I requisiti richiesti nel bando non sono affatto limitativi, in quanto ci si può avvalere dell’articolo 89 del decreto legislativo 50 del 2016 che prevede la possibilità anche per associazioni e/o imprese nascenti di avvalersi dei requisiti posseduti da altri soggetti. Quindi è fuori luogo dire che erano bandi restrittivi e finalizzati a favorire una presunta casta. Quanto invece al criterio di aggiudicazione individuata nell’offerta più vantaggiosa, questo sistema consente alla stazione appaltante di valutare globalmente un offerta, dove l’aspetto economico non è preponderante. Anche in questo caso il bando non scoraggia nuovi talenti e/o impedisce l’accesso a soggetti culturali nascenti.
Infine per quello che concerne la base d’asta fissata in € 40.000,00 annui, questa cifra è da ritenersi congrua se si considera
che un teatro come quello di Caivano viene utilizzato da soggetti privati per un considerevole numero di giornate all’anno, con un tariffario che varia dai € 1.000,00 ai € 1.500,00 più ulteriori oneri per l’affitto di “attrezzature tecniche”. Inoltre va sottolineato che la giurisprudenza costante della Corte dei conti ha ripetutamente censurato l’operato di amministratori e funzionari per aver concesso a titolo gratuito strutture pubbliche. Questo imperativo è a dir più rafforzato dalle condizioni economiche in cui versa il Comune di Caivano che ha dichiarato il dissesto finanziario e che, pertanto, obbligatoriamente deve valorizzare il proprio patrimonio immobiliare. Ciò premesso lo scrivente ricorda che opera sul territorio di Caivano da oltre 40 anni per sostenere in ogni forma e modo la cultura, bisogna però distinguere tra il fare cultura e chi fa impresa culturale. Chi fa impresa culturale ha come scopo quello di ricavare un utile dalle loro attività e quindi non possono immaginare di gestire un teatro introitando somme da parte di altri Enti (Regione, Provincia, Stato…) e da parte di cittadini senza pagare i canoni di locazione all’Ente proprietario della Struttura e senza fare manutenzione del bene dato in concessione. Sarà perfettamente conscio delle difficoltà che attraversa questo paese e chi fa cultura. E’ inimmaginabile e contra lege pensare di fare affidamenti sulla base del presupposto di privatizzare gli utili e di scaricare sull’Ente i costi di gestione. Caivano Arte deve riaprire, essere fruibile per i cittadini e i giovani talenti. Questo a mio giudizio può avvenire solo se si chiarisce in maniera puntuale come ripartire gli oneri di gestione della struttura. Ciò posto, dal mese di luglio 2016, ho avanzato nella competente Commissione consiliare, una mia proposta, già sperimentata in molte realtà italiane, quella cioé di una gestione diretta del Teatro senza intermediazioni. Per far questo non abbiamo bisogno di consulenze e direttori artistici, ci basta una consulta che regolamenti l’uso e la fruizione della struttura. Caivano ha bisogno di cultura come il pane, e ritengo che abbia risorse, capacità e professionalità per fare di Caivano Arte una struttura aperta 365 giorni all’anno. Nell’augurare alla sua redazione un buon lavoro, auspico che le mie considerazioni possano aprire un dibattito sull’uso democratico di beni pubblici. Infine un in bocca al lupo agli artisti Gianfranco Gallo e Antonio Vitale per la loro attività.
*dirigente Comune di Caivano – fonte Cogito n° 403 del 1 aprile 2017