Il governo ha approvato la riforma dell’ordinamento penitenziario. La decisione, dopo molti rinvii soprattutto durante la campagna elettorale, è arrivata dal consiglio dei ministri. Il provvedimento estenderà la possibilità di accedere alla misure alternative al carcere per i detenuti. Il testo ora dovrà tornare alle commissioni parlamentari per l’ultimo vaglio.
Per Samuele Ciambriello, garante campano delle persone private della libertà personali:” E’ un passo in avanti su temi importanti come l’accesso alle misure alternative al carcere, la salute psichica, il sistema disciplinare e rieducativo in carcere, i permessi premi, i benefici bloccati dalla legge Cirielli, la detenzione domiciliare per chi deve scontare una pena sotto i quattro anni, l’accesso facilitato per i volontari ad entrare in carcere. Peccato che il provvedimento giunga a fine Legislatura, quasi di nascosto, come una Riforma morta in culla. E’ in cattiva fede chi dice che è una norma svuota carcere e una salva ladri. E’ un grande passo in avanti di civiltà, la Giustizia non è uno strumento di vendetta. Uno Stato che si vendica su un detenuto è uno Stato che educa alla cattiveria e alla recidiva. Il carcere duro e puro è fallito oltre che essere anticostituzionale.”
Entro dieci giorni le commissioni di Camera e Senato devono dare un parere. Mandando quelle sulla Giustizia se ne occuperà una speciale.
Sui tempi il Garante dei detenuti Ciambriello, che in mattinata di oggi è stato nel carcere di Poggioreale, invita alla mobilitazione: “Occorre non allentare la tensione perché in questa fase post elettorale i tempi potrebbero dilatarsi e la delega decadere. C’è infatti tempo fino ad inizio di luglio per approvarla.”