Ergastolo per Domenico D’Andò, l’unico colpevole della macelleria di camorra che tagliò in due Luigi Ferrara e Luigi Rusciano dove i loro corpo furono trovati fatti a pezzi in alcuni sacchi in contrada Ferrarese, nel rione Saggese di Afragola.
La corte di Assise di Napoli ha accolto in pieni la tesi del magistrato Corona condannando il Domenico D’Andò alla pena dell’ergastolo. I due corpi tagliati, furono trovati il 16 Febbraio del 2017 dagli uomini del commissariato di Afragola, sotto ad una pianta di mimose, trovarono delle buste nere di plastica fuoriuscire da una buca. Scavando, davanti agli occhi degli agenti, incominciavano ad uscire fuori le buste con i corpi e le gambe separate di Rusciano e Ferrara.
Un processo questo molto particolare: infatti, il tribunale del Riesame (Ottava sezione) ha inizialmente accolto la tesi difensiva del 24enne (difeso dall’avvocato Domenico Dello Iacono) che aveva eccepito un vizio di forma disponendo dunque la scarcerazione di D’Andò. Il pubblico ministero ha invece disposto un nuovo decreto di fermo per il giovane che dunque restò in galera. Il duplice omicidio Ferrara-Rusciano secondo la DDA si inserisce nelle lotte di potere all’interno del gruppo scissionista con D’Andò, nipote del ras Pietro Caiazza, desideroso di prendere tutto il mercato del contrabbando nell’area a nord di Napoli. Il Pietro Caiazza che abita nelle palazzine di Afragola, dopo che aveva preso il potere in mano grazie ad un vuoto scissionista avvenuto per gli arresti precedenti, fu pure lui ammanettato e spedito in carcere. Quindi, non si esclude che, un omicidio così efferato, e che negli ultimi anni non si era mai visto, quasi sicuramente si incardina in un discorso dovuto a debiti per sigarette non pagate, oppure ad una presa di posizione dei due per accaparrarsi una zona di mercato tra Melito, Casoria e Mugnano. Per adesso, vince lo stato dove il magistrato Corona, è riuscito a far rinchiudere in cella d’Andò.