EDENLANDIA – Riapre il parco divertimenti nel cuore di Napoli e dei napoletani

di Lorenzo Salvi – E’ ancora assordante il silenzio che, in queste torride giornate estive, riecheggia in viale Kennedy a Fuorigrotta.
Non sono i rumori del traffico, le centinaia di persone che affollano la Mostra d’Oltremare, il vociare dei bambini festanti che riempiono il vicino Zoo di Napoli, che riescono a riempire il vuoto dietro gli archi.
Non parlo di architettura, non di musica e se in tutto il mondo, una semplicissima forma geometrica, riporta alla memoria la più nota e diffusa catena di fast food, a Napoli e solo a Napoli, gli archi rimandano la memoria ad un’unica ed imponente struttura che ha caratterizzato, riempito, completato l’infanzia e l’adolescenza di decine e decine di generazioni.
Quel silenzio è tanto assordante che ormai non ci faccio quasi più caso, mi lascia inesorabilmente impietrito.
Penso a tutti quelli che oltre quegli archi hanno lasciato il ricordo del primo bacio, delle domeniche festose trascorse in famiglia, del profumo intenso di graffa calda, di un ciuffo da acchiappare a cavallo di un drago cinese.
Tutti noi che abbiamo vissuto il declino e la chiusura di quella struttura porteremo per sempre una cicatrice nel cuore.
Napoli è legata a doppio filo a quello che è stato, per cinquanta anni, il luogo di divertimento più ambito, il premio per un buon voto a scuola, la tana dove nascondersi quando a scuola non ci si andava affatto, il mondo fatato dove dimenticare per qualche ora che prima o poi saremmo cresciuti.
Dietro quegli archi non c’era solo un parco divertimenti, c’era EDENLANDIA!!!
C’erano le storie da raccontare agli amici quando si ritornava, c’era un mondo che ognuno di noi si disegnava come gli pareva, c’era un bagaglio di emozioni che avrebbero completato il nostro percorso verso il mondo dei grandi.
Non c’è uomo o donna a Napoli che oggi non possa raccontare un’aneddoto, un fattariello di “quella volta che siamo andati all’Edenlandia”.
E’ stato un tribunale, nel Maggio 2012, a sancire la definitiva chiusura di quel luogo simbolo, fallimento avrebbero detto poi, per un debito contratto di circa 13 milioni di euro.
E’ stata la caparbietà, la capacità di rigenerarsi, la forza propulsiva che il popolo napoletano ha offerto ai nuovi investitori a permettere a tutti noi di uscire da quel brutto sogno.
Quel silenzio assordante è stato interrotto in questi lunghi mesi dal vociare di operai al lavoro, un lavoro lungo, faticoso, talvolta stremante che però sarà ripagato dalla soddisfazione di vedere ancora i cancelli sotto gli archi riaprirsi ad altre generazioni di napoletani.
Ed ora che sono un uomo, ora che ho lasciato nel cassetto dei ricordi le giornate passate col mio papà a rincorrerci per i viali, ora che Edenlandia tornerà a far parte della nostra storia, ora avrò l’onore e l’onere di insegnare a mio figlio che lì, proprio lì, oltre quegli archi, i bimbi come lui hanno sognato per cinquantanni e, riascoltando le urla gioiose di festa, gli racconterò tutti i miei fattarielli.