Quando i silenzi fanno più rumore di molte voci….

Siamo stati abituati – negli ultimi tempi – al frastuono di “alberi che cadono” e che provocano un dissesto morale non solo nelle menti di chi non possiede una forte resistenza a qualsivoglia clamore ma, a dire il vero, anche di chi si reputa immune a certi scandali, specie provenienti da ambiti inaspettati. Rischia così troppe volte di passare sotto silenzio il lavoro umile ma ben radicato di una “foresta che cresce” incoraggiata dalla speranza di uomini e donne pronti a scendere in campo per concretizzare il loro bisogno di umanità.

Nel desiderio di risvegliare in noi un sopito senso di bontà e di fiducia, diventa opportuno zumare la nostra attenzione da un malridotto ed inquinato macrocontesto posto sotto avidi riflettori mediatici ad un micromondo che non calca le scene ma che alle luci della ribalta preferisce l’impegno sociale, culturale e umano vissuto nella discrezione e talvolta nell’anonimato, pur di liberarsi dalle proprie catene di indifferenza e di disagi, focalizzando l’attenzione su un guareschiano piccolo mondo alle prese con la voglia di far udire la propria voce.

Ed ecco che venerdì scorso, 14 settembre 2018, un parroco come tanti altri, don Nicola Giallaurito, a guida da più di 40 anni della comunità pastorale di San Filippo Neri in Frattamaggiore, ha avuto la gioia non solo di concelebrare la Messa con Papa Francesco, ma anche il privilegio di una breve ed intensa udienza privata. Il suo scopo? Non certamente avere uno scatto, un’istantanea che immortali per sempre l’evento da ostentare nello studio o in casa come un trofeo o una medaglia al petto, bensì quello di portare nel cuore del Santo Padre le gioie e i dolori della comunità parrocchiale, le difficoltà di un territorio ben noto come “la terra dei fuochi” che continua silenziosamente a mietere vittime, il problema di una disoccupazione che sta sempre più sfasciando coppie e famiglie. Ferite profonde i cui sforzi per risanarle sono costati anni di sacrificio, di successi e fallimenti, un bussare alle porte di ogni casa per incentivare il dialogo responsabile tra istituzioni e cittadini.

E la Chiesa non può tirarsi indietro, si interfaccia con coraggio e lo fa secondo i suoi requisiti: l’attenzione al debole, la formazione delle nuove generazioni, la preghiera; uomini, padri e mariti che si riuniscono per la recita del Santo Rosario ogni lunedì alle 19,15, donne, mogli e madri che implorano da Dio misericordia e fanno propria la spiritualità della sofferenza di Cristo – vedendo immersa in essa quella personale -, bambini e catechisti che insieme si avventurano sui sentieri della vita.
Tutto questo, poi, viene convogliato nell’incessante supplica per la guida suprema della Chiesa, il Papa, il quale ha affidato a questo sacerdote la sua benedizione alla comunità intera, non tanto come formale congedo ma come impegno a ritrovarci insieme, seppur distanti, nello stesso obiettivo di sviluppo e di crescita integrale.