Un Napoli che antepone i fatti alle parole

L’ottava giornata passa indenne, due gol per sbarazzarsi della pratica Sassuolo e riprendere il percorso che più si addice a questo Napoli, sempre più targato Carlo Ancelotti. Obiettivi su obiettivi, questo è lo step migliorativo che il tecnico emiliano si pone di raggiungere e superare. Non ultimo quello di domenica scorsa, l’esame dello scarico mentale post Champions ha quasi sempre rappresentato un limite per la compagine azzurra, in virtù di una maturità psichica mai realmente sopraggiunta. Ancelotti ha anteposto i fatti alle parole, rivoluzionando il sistema Napoli dai suoi usi e costumi; facendo ruotare, tra Champions League e campionato, dai 6 agli 8 giocatori a partita. Metodologia che, contro ogni possibile pronostico, guardando allo scorso anno, sta dando i frutti sperati.

IL PROGETTO ANNUALE

I trascorsi di Ancelotti si sono sempre contraddistinti per intelligenza dell’uomo, ma soprattutto dalla razionalità. Dote a cui diamo sempre più valore ad ogni sua dichiarazione. “La qualità può migliorare solo dalla continuità, non avere pause durante la partita, sia dal punto di vista tecnico che organizzativo” – “Giocano tutti perchè lo meritano, sono degli ottimi professionisti, mostrano serietà e mi danno le giuste garanzie”. Il tecnico azzurro ha un quadro della situazione ben chiaro, sa bene che la squadra dovrà seguire un processo di evoluzione ben definito per arrivare a giocarsi le proprie carte sul tavolo dei Campioni. Le partenze a razzo delle ultime quattro partite hanno preso posto a degli approcci poco confortanti di inizio stagione, ma nelle ultime due gare la continuità di rendimento è calata nella parte centrale del match. La rosa è variegata, Ounas, Rog, Diawara, Verdi – ma anche lo stesso Zielinski – stanno usufruendo della possibilità di giocare sin da inizio gara per trovare la propria dimensione in questa squadra, ma i fatti dimostrano il bisogno di un giusto rodaggio per poterne giovare in futuro. La svolta per questi calciatori dovrà passare inevitabilmente per Carlo Ancelotti, riducendo al minimo le prestazioni altalenanti e i cali di concentrazioni da lui stesso citati. Alzare l’asticella del proprio valore per poter contare su di loro con piena fiducia.

SENZA PRESSIONI

In cuor nostro la speranza sarà sempre l’ultima a morire, ma fare scalette di marcia e controllare di continuo il calendario per vedere dove poter recuperare punti alla Juventus non penso giovi alla nostra salute. Ancelotti è alla scoperta di una nuova squadra che per quanto possa essere navigata avrà bisogno di trovare il proprio equilibrio per un allenatore che ne cucirà l’abito per ogni occasione. Il progetto che gli è stato affidato non ha bisogno di ulteriori pressioni, né obiettivi prestabiliti. Ci saranno momenti buoni e quelli meno buoni che questo primo anno, di conoscenza e amalgama, inevitabilmente comporterà. We trust in Ancelotti è un credo che deve andare oltre la nostra impazienza, da coltivare e far crescere giorno dopo giorno, senza lasciarsi condizionare e godendo appieno della crescita del Napoli che sarà.