Roghi di pneumatici e cumuli di immondizia all’ingresso della Masseria Antonio Esposito Ferraioli, chi permette tutto questo?
Con i suoi circa dodici ettari di superficie (pari a 120mila metri quadri), la Masseria Ferraioli, ex villa Magliulo, è il bene confiscato alla criminalità più grande dell’Area metropolitana di Napoli.
Eppure, mentre al suo interno pullulano iniziative volte a coinvolgere i cittadini in una tenace rivalutazione del sito, i terreni che la circondano sono invasi da cumuli di pneumatici e spazzatura d’ogni tipo.
Così, mentre da un lato – solo qualche giorno fa – sono stati annunciati i lavori per l’impianto di irrigazione che riguarderà gli orti urbani affidati a 120 tra famiglie e associazioni del territorio, dall’altro c’è chi lamenta il costituirsi al suo ingresso di una vera e propria discarica a cielo aperto.
Una discarica che cresce nonostante la ripulitura delle zone circostanti (il Cantariello e l’aerea di via Giovanni Boccaccio) e nonostante – soprattutto – i roghi notturni che trasformano in fumo (nero e tossico) gran parte di quei rifiuti.
Ben diversa la situazione un paio di mesi fa, quando il bene fu ripulito dentro e fuori per la visita del Presidente della Camera dei deputati Roberto Fico ricevuto dal Sindaco di Afragola Claudio Grillo e dal Presidente del Consiglio comunale Tommaso Bassolino oltre alle maestranze delle associazioni che gestiscono il bene confiscato alla camorra, il direttore della Masseria Ferraioli Giovanni Russo, Fabio Giuliani di Libera Campania e Gianluca Torelli per la Cgil.
Era il 30 agosto 2018, anniversario della morte di Antonio Esposito Ferraioli, cuoco, scout e sindacalista della CGIL ammazzato da due colpi di lupara alla schiena a soli 27 anni nel 1978, lo stesso anno di Aldo Moro e di Peppino Impastato.
In quell’occasione – alla presenza di esponenti delle istituzioni, cittadini e di Mario Esposito Ferraioli, fratello di Antonio – fu apposta una targa in memoria della vittima innocente della camorra e Roberto Fico sostenne l’importanza di strappare i beni confiscati alle mafie per ridarli alla collettività ritenendo questo tipo di gestione un esempio da seguire.
Tuttavia, solo qualche settimana dopo la visita del presidente della camera dei deputati, sono riprese le polemiche. Prima la sparizione di alcune piante di pesco, poi le denunce per la presenza di amianto, ora il continuo e indisturbato scarico di rifiuti e l’accusa che la telecamera posta all’ingresso per videosorvegliare la zona non sia mai andata in funzione.
La Masseria Ferraioli, che è stata assegnata dal Comune di Afragola a una rete formata da cinque partner a partire dal 1 marzo 2017, si trova ad appena dieci minuti di auto dall’aeroporto di Capodichino e dalla stazione TAV Napoli Afragola, a quindici minuti dalla stazione di Napoli Centrale e a venti minuti dal centro di Napoli.
Se da un lato c’è chi storce il naso sulla gestione di questo importante bene confiscato alla camorra, dall’altro c’è chi lamenta l’indifferenza delle istituzioni o, addirittura, insinua connivenze malavitose e operazioni speculative su un terreno che – confinante con l’autostrada e in attesa dello svincolo presso l’Ikea – ha un valore altissimo, non solo a livello simbolico.
Nel continuo scaricabarile di competenze i cittadini chiedono chiarezza mentre a vincere, per il momento, sono gli ecocriminali.