Ancelotti: “A Napoli il calcio rappresenta una rivalsa. Questa città accoglie, non respinge”

Il tecnico azzurro, intervistato da Walter Veltroni per “La Gazzetta dello Sport“, ha parlato del suo ormai consolidato amore verso Napoli, della voglia di rimanerci a lungo e tanti altri temi. Ecco le parole di Carlo Ancelotti.

Il calcio secondo Carlo Ancelotti

Dovrebbe essere un gioco. Almeno così dovrebbe essere, così è vissuto dai bambini. Per i napoletani il calcio non è solo un gioco, bensì un diversivo. A Napoli rappresenta anche una rivalsa, una sorta di riscatto dal senso di abbandono che questa città ha legittimamente introiettato nei secoli. Per me resta un gioco bello, emozionante, che ancora mi diverte, proprio perchè lo vivo con passione. Molte persone dicono che non dormono per la pressione che genera questo sport, io dormo sempre. Io non do molta importanza alla stazza in atleta. Faccio un esempio: i giocatori lenti continuano a giocare a calcio, proprio perchè possono giocare tutti, dal giocatore lento a quello veloce, da quello basso a quello alto. Lo sport è di tutti, per tutti. In un atleta deve predominare l’intelligenza tecnica e tattica. Guardate Modric, anche lui fisicamente è un po’ esile, ma ha la personalità per non “sparire” nelle partite importanti, come succede spesso ai calciatori“.

Il rapporto con Napoli

“Di Napoli mi piacciono molte cose: il paesaggio, la luce, il golfo di Napoli, dove in lontananza si vede Capri. Mi sveglio la mattina e mi trovo davanti il Vesuvio, sembra di vivere in una fotografia. La gente qui è molto disponibile, non si prende mai troppo sul serio. Sono tutti sorridenti. Mi piace la passione e, soprattutto, il rispetto che c’è per la squadra. Nell’opinione comune Napoli è vista come un putiferio, non sono d’accordo. Io la città la frequento e vado per strada, nei ristoranti, e nessuno mi ha mai disturbato, c’è molto rispetto. Forse perchè mi vedono un po’ vecchio… Anche se sono del nord, mi trovo molto bene al sud. Mi piace l’atmosfera che si respira qui”.

La battaglia contro i cori

Non voglio assolutamente fare un discorso solo sul Napoli. Io mi batto e parlo per tutti gli stadi italiani. C’è differenza tra cori e striscioni divertenti e le manifestazioni di odio e demonizzazione di città, colori della pelle, appartenenze etniche e religiose. Questo malcostume deve assolutamente finire. Il presidente della Federazione si è dimostrato sensibile davanti a questo tema. Ci sono delle regole che arbitri ed organi competenti devono far rispettare. Se ci sono cori il capitano deve segnalargli all’arbitro, deve esserci una segnalazione tramite altoparlanti e se tutto questo non serve, bisogna sospendere la partita“.

Gli obiettivi

Questa squadra ha tante potenzialità e lo sta dimostrando anche in un girone di Champions complicatissimo. Siamo cresciuti molto in personalità, convinzione, le partite di “cartello” aiutano a crescere. Siamo una squadra che vuole e deve lavorare sempre a ritmo alto. Sono convinto di aver a disposizione il miglior centrocampo d’Italia. Koulibaly è uno dei migliori al mondo. La Juve è molto forte, ma non inarrivabile. Nella mia carriera non ho mai trovato squadre imbattibili. Però per stare al passo della Juve devi fare miracoli“.

Il futuro

Ho avuto la possibilità di allenare la Nazionale, ho anche parlato con la FIGC. La voglia di allenare una squadra di club ha preso il sopravvento. Io voglio allenare tutti i giorni, non tre volte al mese. Restare qui diversi anni? Mi piacerebbe molto. Ci sono tutti i presupposti“.